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Auto elettrica, trasporto pubblico, intermodalità e IA: come cambia la mobilità?

mobilità sostenibile
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Italiani e mobilità sostenibile: qual è il futuro degli spostamenti nel nostro Paese e dei mezzi pubblici e privati? Prova a scattarne la fotografia un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli. Ecco dati e trend sulle abitudini di spostamento, sulla consapevolezza dell’impatto ambientale delle proprie abitudini, sulla pluralità tecnologica e sull’impatto dell’IA nel mondo della mobilità e dei trasporti.

Quale futuro immaginano gli italiani per la mobilità? Una risposta arriva dall’Istituto Piepoli e dalla sua Indagine sulla mobilità sostenibile in Italia realizzata a luglio scorso su un campione rappresentativo di mille italiani, che analizza usi e consumi, percezioni, opinioni e desiderata dei nostri compaesani sul tema. La parola che gli italiani associano maggiormente al concetto di mobilità sostenibile è ambiente (49%), seguono futuro (13%), tecnologia (12%) e risparmio (10%). E poi, utopia (6%) e sacrificio (4%). Una questione non semplice, quella del trasporto pubblico e privato in un futuro prossimo, che non suscita risposte univoche a seconda di come la si rigiri.

Per esempio, ci spostiamo fondamentalmente in auto e solo in pochi siamo interessati a quella elettrica, perché troppo cara, ma riteniamo importante usare forme di mobilità alternative alla macchina nel prossimo futuro. Il 47% di noi non ha mai provato a lasciare l’auto per una settimana, non ha mai usato una bici o un monopattino elettrico e non ha mai viaggiato su un’auto elettrica, eppure 6 italiani su 10 ritengono che nel loro territorio esistono alternative all’auto privata, soprattutto al nord, nel centro Italia e nei grandi comuni.

Crediamo che l’intelligenza artificiale possa migliorare la mobilità, in particolare per l’ottimizzazione dei percorsi, ma temiamo i mezzi autonomi, di cui peraltro il 15% degli italiani non ha mai sentito parlare. L’indagine definisce, per la prima volta, basandolo su comportamenti effettivi e opinioni relative agli spostamenti, un Indice di mobilità sostenibile della popolazione italiana. Siamo a 66 su 100 (laddove il livello basso è compreso tra 1 e 40, quello medio tra 41 e 70 e quello alto tra 71 e 100). Abbiamo, insomma, la sufficienza. Senza infamia e senza lode.

Il futuro della mobilità

Per il 38% degli intervistati, tra dieci anni il mezzo di trasporto più usato in Italia sarà l’auto elettrica, ma il 59% non è interessato a comprare un veicolo elettrico o ibrido. Il 23% prevede che si continuerà ad andare con l’auto a benzina o diesel, il 13% punta sul trasporto pubblico, il 9% (la percentuale sale a 14 per la fascia 18-24 anni) immagina che sarà l’auto a guida autonoma e il 5% vede come mezzi più popolari le biciclette e i monopattini. Eppure 8 italiani su 10 ritengono importante usare forme di mobilità alternative nel prossimo futuro, come il trasporto elettrico e le forme di mobility sharing. E circa il 70% dei cittadini pensa che sia urgente un cambiamento dei modelli di mobilità in Italia.

Per ora, l’automobile è il mezzo più usato per il 77% del campione dell’indagine. Il 41% la prende tutti i giorni e il 92% la utilizza almeno una volta alla settimana. Il 65% dichiara di dipendere da questo mezzo e solo il 19% utilizza con frequenza il trasporto pubblico.

Gli incentivi per la mobilità sostenibile

L’8% degli intervistati possiede un’auto elettrica o ibrida (11% per la fascia d’età 45-55) e il 10% dice di valutarne l’acquisto entro un anno. I principali ostacoli sono il prezzo elevato (55%), la scarsa autonomia (43%) e le infrastrutture di ricarica insufficienti (41%).Un punto chiave sono gli incentivi, che solo 3 italiani su 10 ritengono sufficienti, e non solo per le auto. Gli incentivi economici sono, infatti, il principale motivo che spingerebbe gli intervistati a passare a un mezzo di trasporto più sostenibile, che si tratti anche di bici, sharing o trasporto pubblico: incentivi economici, come il bonus acquisto, e agevolazioni fiscali convincerebbero, rispettivamente, il 36% e il 27% degli intervistati.

L’intelligenza artificiale e la mobilità

Secondo il 62% degli intervistati l’uso dell’IA nella mobilità la migliorerebbe molto o in parte, che si tratti di traffico intelligente, ottimizzazione dei percorsi, mezzi autonomi. In particolare, il 22% ritiene che l’IA potrà migliorare la pianificazione degli itinerari e il 16% che porterà maggiore sicurezza, mentre il 19% pensa che non potrà mai sostituire un uomo alla guida e l’11% teme che l’IA deresponsabilizzare il guidatore. Il 12% la ritiene positiva per la diffusione dei veicoli a guida autonoma. Sicurezza, l’affidabilità e perdita di posti di lavoro sono le maggiori preoccupazioni legate all’uso dell’IA nei trasporti.

La guida autonoma

Che cos’è la guida autonoma? Il 25% degli italiani conosce bene il concetto, il 60% ne ha sentito parlare e il 15% invece no. Le auto che si guidano da sole presentano sicuramente alcune perplessità per gli italiani: il 34% ritiene che rappresentino un pericolo per la sicurezza e il 50% non le utilizzerebbe. La fiducia attribuita ai mezzi privati a guida autonoma si attesta al 31%, sale leggermente, di tre punti percentuali, nei confronti dei mezzi pubblici.

Treni regionale e intermodalità

Il 57% degli italiani utilizza il treno regionale, di cui l’8% frequentemente, il 22% in maniera occasionale e il 27% raramente. Il 44% degli intervistati giudica in maniera positiva l’integrazione tra il treno regionale e altri mezzi di trasporto, il trasporto combinato del treno e di altri mezzi sostenibili sarebbe incentivato soprattutto dal coordinamento degli orari, dall’integrazione dei biglietti e dall’accessibilità delle stazioni.

L’utilizzo del trasporto pubblico

Il 56% degli intervistati non utilizza mai il trasporto pubblico. Più nel dettaglio: 67% per le persone di oltre 64 anni, 64% per la fascia 45-54 anni, 67% anche per i residenti dei comuni piccoli, fino a 10mila abitanti. Sul 44% che utilizza il trasporto pubblico almeno una volta a settimana, il 5% lo adopera tutti i giorni, principalmente i giovani di età compresa tra i 18-24 anni.

Le alternative all’auto privata

Solo il 14% sceglie la voce trasporto pubblico locale per rispondere alla domanda su quale soluzione rappresenti un’alternativa reale all’auto privata. Il 12% vede una soluzione nell’intermodalità, la sharing mobility convince l’11% del campione, il 24% opta per bici, e-bike e monopattino elettrico. Nessuna di queste voci può rappresentare una soluzione per il 39% degli intervistati. Tuttavia il 60% ritiene che nel proprio territorio urbano ed extraurbano esistano alternative di mobilità rispetto all’auto privata.

La risposta sale al 63% nel Nord Est, 64% nel Nord Ovest e in Centro, al 72% nei Comuni superiori a 100.000 abitanti. La risposta è no per il 42% degli intervistati del Sud e dei piccoli Comuni fino a 10.000 abitanti, per il 44% nelle isole. Solo il 13% del campione conosce il concetto di mobility poverty, la condizione che interessa chi non ha mezzi pubblici o in condivisione di prossimità, né possiede un’auto in famiglia.

Trasporto merci e impatto ambientale

L’85% degli italiani riconosce l’impatto ambientale del trasporto merci e il 70% indica l’intermodalità ferroviaria come la soluzione più sostenibile. È importante che in futuro si vada verso forme di trasporto merci più sostenibili per l’84% degli intervistati, in particolare per la fascia d’età 25-44 anni e per i residenti nel Nord Ovest.

L’indagine è stata realizzata dal 9 al 22 luglio 2025 attraverso 1.000 interviste con metodologia CATI/CAWI a un campione rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.

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