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Cambiamento climatico: in Europa il riscaldamento avanza più veloce

riscaldamento globale
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Il 2022 è stato un annus horribilis per il clima in Europa: caldo record, siccità, incendi ed eventi estremi. I dati del rapporto Copernicus sul cambiamento climatico certificano che in Europa si sono registrati nello scorso anno incrementi più alti della media globale. 

L’estate è cambiata, l’inverno pure. Ce ne siamo accorti tutti. Senza sapere, forse, però, che l’Europa si sta riscaldando più rapidamente della media globale, in risposta all’aumento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera. Il 2022 è stato l’annus horribilis per il clima nel vecchio continente: quello più secco da quando sono cominciate le rilevazioni scientifiche nel 1850 e con l’estate più calda mai registrata. Un anno estremo sotto il profilo di diversi indicatori: temperature sopra la media per laghi e mari, siccità intensa per molti fiumi, perdita record di ghiaccio nelle Alpi. Secondo un trend che non lascia prevedere niente di buono. A certificarlo è l’ultimo rapporto annuale sullo Stato europeo del Clima, redatto dal Servizio Copernico sui cambiamenti climatici e implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine presentato il 20 aprile, che analizza nel dettaglio gli eventi climatici significativi dello scorso anno nel mondo e fornisce aggiornamenti sull’evoluzione dei principali indicatori climatici. 

Riscaldamento globale: nel 2022 in Europa aumenti più alti della media mondiale 

I dati parlano chiaro. Con temperature che hanno superato la media di 1,4°C, l’Europa ha avuto l’estate più calda mai registrata, con un aumento di 0,3 – 0,4°C rispetto al 2021. Temperatura di cui si capisce meglio la portata se inserita nel contesto della tendenza trentennale, “in cui le temperature europee sono aumentate di oltre due volte rispetto alla media globale: il più alto tasso di aumento di qualsiasi continente al mondo” ha spiegato il direttore del Servizio Copernicus, Carlo Buontempo. Gran parte dell’Europa è stata colpita da prolungate e intense ondate di calore. Inoltre, la mancanza di precipitazioni, in particolare nelle regioni sudoccidentali durante l’inverno, ha portato a una diffusa carenza idrica in primavera e in estate. Il Portogallo ha dichiarato una grave siccità, e in Italia alcune parti del fiume Po si sono completamente prosciugate. Per i fiumi è stato l’anno più secco mai registrato in termini di superficie interessata: il 63% ha avuto una portata inferiore alla media. La mancanza di precipitazioni, compresa la neve invernale, unita alle eccezionali ondate di calore estive, ha contribuito non solo alla siccità, ma anche alla perdita record di ghiaccio sulle Alpi. Anche laghi e mari sono stati colpiti: il 73% dei laghi europei ha registrato temperature più calde della media. Mentre le temperature medie della superficie marina nel Mediterraneo sono state le più calde mai registrate, con valori più alti della media già a maggio e ondate di calore marino da record durante l’estate. 

Gas serra in aumento: diminuisce la calotta glaciale, si intensificano gli incendi 

A livello globale, le concentrazioni medie di gas serra sono state le più alte mai misurate da satellite e le più alte da almeno centinaia di migliaia di anni. Per tutto il 2022, le concentrazioni di CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano) hanno continuato ad aumentare, raggiungendo livelli record. Con un aumento del metano significativamente superiore alla media degli ultimi 10 anni. Nell’Artico, la regione delle Svalbard ha vissuto l’estate più calda mai registrata e le temperature superficiali dell’aria, in Groenlandia, hanno raggiunto a settembre livelli record, di oltre 8°C sopra la media. In un mese in cui generalmente sono frequenti le nevicate è invece piovuto spesso e abbondantemente: una combinazione – alte temperature e precipitazioni – che ha contribuito allo scioglimento record della calotta glaciale groenlandese. Durante l’estate, in determinate regioni europee in particolare, si sono registrati incrementi significativi di emissioni di CO2 associate agli incendi boschivi, aumentati notevolmente anche a causa di caldo e siccità. Nei paesi dell’Unione europea le emissioni totali stimate per l’estate del 2022 sono state le più elevate dal 2007. Francia, Spagna, Germania e Slovenia hanno registrato le emissioni di incendi boschivi estivi più elevate degli ultimi 20 anni e in Europa sudoccidentale si sono manifestati alcuni dei più vasti incendi mai registrati nel Continente. Gli scienziati insistono sulla necessità che i decisori politici non sottovalutino le informazioni fornite dal rapporto, per superare e prevenire l’emergenza. “Mettendo i dati dell’anno scorso nel contesto delle tendenze a lungo termine – ha sottolineato Buontempo – il rapporto ci dà l’opportunità di vedere al di là degli eventi immediati e di comprendere il quadro generale, cosa fondamentale per intraprendere azioni significative per affrontare un clima in rapido cambiamento”. Le temperature globali sono già aumentate di 1,2°C rispetto al livello preindustriale. “Sta a noi usare questi dati per guidare le strategie che manterranno il riscaldamento al di sotto della soglia di 1,5°C necessaria per garantire un futuro vivibile”, ha aggiunto Buontempo.

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