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Biometano: il punto sui risultati del terzo bando PNRR

Christian Curlisi sui risultati del terzo bando biometano
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Sono stati pubblicati dal GSE i risultati del terzo bando biometano 2022 e si è aperta la partecipazione alla quarta e penultima gara. Abbiamo fatto il punto con il direttore del CIB, Christian Curlisi su capacità produttiva, tempi e tariffe, comprese quelle della delibera Arera sul biogas.

Il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) indica che l’Italia deve raggiungere una produzione di 6 miliardi di metri cubi di biometano al 2030. Il GSE ha recentemente pubblicato la graduatoria degli impianti che hanno partecipato alla terzo bando biometano prevista dalla misura del PNRR Sviluppo del biometano, secondo criteri per la promozione dell’economia circolare”.

Con questo terzo bando biometano sono stati ammessi 132 progetti, per una capacità produttiva di 58.119,3 standard metri cubi all’ora (Smc/h). Che si sommano alle richieste già accettate nelle gare precedenti: 51 progetti nella seconda gara e 60 nella prima, per una capacità produttiva rispettivamente di 25.881,4 Smc/h per il secondo bando e di 29.977,7 Smc/h per il primo. Da oggi, 3 giugno al 2 agosto 2024 le imprese interessate possono partecipare alla quarta e penultima gara, di cui il GSE ha pubblicato il bando il 31 maggio. Abbiamo fatto il punto sui risultati ottenuti finora con Christian Curlisi, direttore di CIB – Consorzio italiano biogas.

Curlisi, il contingente totale di capacità produttiva del decreto 2022 è di 257.000 standard metri cubi all’ora (Smc/h). Con queste tre gare siamo a circa 113.978,4 Smc/h: è stato assegnato dunque circa il 44% della capacità produttiva disponibile nel decreto. È un buon risultato secondo voi?

Complessivamente non c’è alcun dubbio che si tratti di un timido risultato di fronte alle reali capacità del settore, anche alla luce del fatto che diverse iniziative hanno optato per rinunciare alle posizioni delle precedenti graduatorie. Siamo, però, soddisfatti della risposta del settore agricolo: ad esempio, l’esito del terzo bando ha visto più di 120 impianti agricoli in posizione utile (circa il 92%). Questo dimostra la buona tenuta del settore primario e la volontà delle nostre aziende agricole di perseguire verso la strada della transizione ecologica. Ribadiamo la necessità di snellire gli iter autorizzativi e tutte le procedure amministrative che possano agevolare il maggior numero di aziende agricole a partecipare alle nuove iniziative, anche in considerazione dell’approssimarsi della fine del periodo coperto dal PNRR.

A fronte di queste assegnazioni, come si stanno muovendo i vostri associati?

Le aziende stanno dimostrando un crescente interesse per le prospettive future del settore. Sul fronte del biometano, c’è molto fermento tra i nostri associati riguardo le possibilità del PNRR ma resiste anche la volontà di voler continuare a produrre biogas per la produzione elettrica poiché molte realtà non potranno riconvertire a biometano. Il lavoro del Consorzio è proprio quello di mantenere vive entrambe le strade per le nostre aziende, contribuendo in questo modo alla diversificazione del mix energetico, favorendo la transizione verso un’economia circolare e sostenibile.

Per quanti impianti sono già partiti i lavori?

Alcune aziende stanno facendo le valutazioni economiche poiché l’evidenza dell’impossibilità di utilizzo di garanzie di stato per incompatibilità con il PNRR è emersa solo dopo che erano già state pubblicate le prime due graduatorie, mentre alcune hanno già iniziato i lavori proprio per rispettare il vincolo del 30 giugno 2026, cioè il termine entro il quale gli impianti ammessi a finanziamento dovranno essere realizzati. Tra questi, ad esempio, l’impianto dell’Azienda Agricola Bagnod sarà uno dei primi che entrerà prossimamente in esercizio grazie ai fondi del PNRR. Lo presenteremo in anteprima il 12 giugno durante la prima tappa del Farming Days 24, il nuovo ciclo di incontri del CIB tra le aziende del Biogasfattobene.

I termini previsti dal PNRR sono stringenti: gli impianti dovrebbero essere in funzione entro il 30 giugno 2026. Ce la facciamo?

Dopo gli esiti del terzo bando biometano, ci troviamo a un punto di svolta importante. Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per arrivare a centrare gli obiettivi del PNRR e le nostre aziende agricole sono da sempre state pronte a cogliere questa occasione.

I ritardi che hanno accompagnato l’avvio del Piano e in particolare del decreto biometano, le regole per la sua completa attuazione che sono arrivate a bandi già pubblicati o che devono essere ancora del tutto chiarite, come le metodologie di rendicontazione delle spese ammissibili, le incertezze sulla valorizzazione delle Garanzie di Origine in aggiunta alle conseguenze delle vicende geopolitiche degli ultimi mesi, non hanno permesso di avere un quadro e regole chiare per chi era chiamato ad investire, condizionando molto il percorso del PNRR.

Potremmo raggiungere i traguardi del 30 giugno 2026 ma serve mettere in pratica ogni misura utile per permettere al settore di poter accedere nei tempi agli investimenti. Sappiamo che siamo di fronte a obiettivi ambiziosi ma siamo anche sicuri che la strada verso la transizione ecologica sia quella giusta.

Siete soddisfatti delle tariffe, anche alla luce dei loro adeguamenti inflazionistici, e rappresentano ancora un valido incentivo alla produzione?

La misura di adeguamento all’inflazione delle tariffe dei bandi biometano arriva dopo un grande lavoro di dialogo con le istituzioni che sono intervenute con un provvedimento che ha favorito un’ampia partecipazione al terzo bando. Guardiamo sicuramente con favore ogni intervento che possa dare un impulso positivo alla partecipazione ai bandi ma è chiaro che sarà necessario un trend ancora maggiore con i prossimi due bandi per poter sperare di avvicinarci all’obiettivo finale.

Oltre al valore della tariffa è però importante favorire la stipula di contratti di lungo periodo tra produttori di biometano e utilizzatori come le aziende e le industrie dei settori hard to abate (cartiere, ceramiche, acciaierie) per garantire vantaggi a tutta la filiera ed evitare le speculazioni e le tensioni dei mercati.

Come valutate i contributi in conto capitale?

È positivo che grazie ai finanziamenti del Pnrr sia stato possibile erogare anche contributi in conto capitale per la produzione di biometano che favoriscono anche la bancabilità degli investimenti, ma anche dopo il PNRR sarà necessario sostenere il settore con altre forme di incentivo.  Infatti, ora che ci avviciniamo agli ultimi due bandi previsti dal Piano, e alla luce delle traiettorie proposte nel Pniec di circa 6 miliardi di metri cubi di biometano al 2030, è importante iniziare a delineare in tempi brevi lo schema normativo che supporterà le politiche di sviluppo fino al 2030 e oltre. 

Si è chiusa il 24 maggio la consultazione sulla delibera Arera sulla produzione di biogas, siete soddisfatti delle nuove tariffe e pensate che la produzione elettrica da biogas possa giocare un ruolo rilevante nella produzione nazionale di energia da rinnovabili?

Il meccanismo dei prezzi minimi garantiti per gli impianti biogas è stata una misura che abbiamo fortemente sostenuto e un provvedimento lungamente atteso dal settore. La delibera di ARERA, che arriva dopo l’approvazione della norma con il DL Rigassificatori, rappresenta un passaggio fondamentale per dare avvio alla misura.

Come Consorzio abbiamo risposto alla consultazione e, pur accogliendo positivamente il lavoro svolto da RSE e ARERA, abbiamo sottoposto una serie di osservazioni e spunti migliorativi che ci auguriamo possano essere accolte favorevolmente dall’Autorità. Siamo assolutamente convinti che accanto alla produzione di biometano, il biogas possa ancora ritagliarsi una posizione di rilievo nel panorama delle energie rinnovabili, un’infrastruttura strategica per la competitività e la transizione ecologica delle aziende agricole italiane e un vettore strategico e cruciale verso una produzione energetica nazionale più sostenibile.

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