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Consumo responsabile: benefici e pratiche per uno stile di vita sostenibile

Un rubinetto aperto
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Fin dal Secondo Dopoguerra abbiamo iniziato a vivere in quella che gli economisti chiamano la società dei consumi: a partire dalla seconda metà degli anni ’50 viviamo infatti all’interno di una cultura che ci spinge ad acquistare prodotti a più non posso, spesso soltanto per soddisfare dei bisogni effimeri o per seguire l’ultima moda del momento. Si tratta di un sistema che ovviamente nutre il capitalismo e che arricchisce le tasche di pochi grandi imprenditori che da questo meccanismo hanno sempre tratto enormi profitti. Tuttavia, negli ultimi anni si è iniziato a parlare sempre più spesso di un approccio completamente nuovo, quello del consumo responsabile. Scopriamo insieme di cosa si tratta e perché è così importante.

Indice contenuti

Cos’è il consumo responsabile

Alcuni dei nostri comportamenti quotidiani in termini di shopping dovrebbero essere modificati in un'ottica sostenibile: vediamo insieme come.
Un ragazzo fa shopping

Esistono alcune scelte di acquisto legate a dei bisogni primari, come il cibo, i vestiti, la casa eccetera. Altri, invece, si legano a necessità che possono per esempio essere stimolate da un pesante battage pubblicitario in grado di generare quelli che vengono chiamati bisogni indotti. Se un pacco di pasta per esempio fa parte della prima categoria, una piastra per i capelli di ultima generazione sponsorizzata su Instagram potrebbe appartenere alla seconda.

Con consumo responsabile ci si riferisce dunque a quell’insieme di comportamenti che tengono seriamente in considerazione l’impatto sociale e ambientale di ciò che si andrà a comprare e che spingono un consumatore a muoversi in un’ottica più green.

Come si può consumare responsabilmente

Prima di effettuare un acquisto, se si vuole essere realmente sostenibile, è necessario prima di tutto interrogarsi rispetto alla reale necessità di possedere un determinato bene. Se la risposta a questa domanda è si, converrà sempre controllarne le caratteristiche e le modalità con cui è stato prodotto.

Per esempio, si potrà controllare sulla sua confezione quali sono stati i materiali utilizzati per produrlo, verificando la presenza di elementi già riciclati o riciclabili in futuro. Meglio dunque evitare tutto ciò che contiene plastica, soprattutto se si tratta di un prodotto usa e getta. La carta, al contrario, è un materiale sostenibile perché facilmente biodegradabile nell‘ambiente.

Un altro aspetto a cui fare attenzione sono i processi di produzione: sarebbe consigliabile prediligere prodotti provenienti da fabbriche che utilizzano processi sostenibili, come quelle che per alimentarsi utilizzano i pannelli solari o altri fonti di energia rinnovabili.

C’è inoltre un ulteriore elemento che non dovrebbe mai essere sottovalutato, e che è legato all’eventuale sfruttamento della manodopera. Purtroppo alcune aziende (è il caso del fast fashion) fanno lavorare i loro dipendenti in condizioni al limite della legalità per risparmiare sui costi, motivo per cui alcuni prodotti che vengono immessi sul mercato presentano prezzi assurdamente competitivi.

Ci sono anche tanti altri aspetti che non andrebbero sottovalutati prima di effettuare un acquisto. Si considera una buona idea, per esempio, puntare sul “chilometro zero“, cioè su prodotti che non hanno necessitato di un trasporto troppo lungo, causa di importanti quantità di emissioni inquinanti. Molto utile in questo senso è inoltre la scelta di prodotti a lunga conservazione o che comunque siano destinati a durare nel tempo.

Perché è importante il consumo responsabile

Uno dei primi punti da evidenziare in questo contesto è la riduzione del numero dei rifiuti. Spesso capita che si effettuino degli acquisti senza una reale consapevolezza delle proprie necessità, il che può portare a sprechi o ad una produzione eccessiva di spazzatura. Si pensi a quello che accade quando si acquista per impulso un capo di abbigliamento che magari si indosserà soltanto una volta. Oppure a tutte le volte che ci ritroviamo obbligati a buttare una maglietta comprata per una manciata di euro perché dopo averla utilizzata si è subito rovinata. Quello che sta accadendo a causa del settore tessile in modo particolare ha degli effetti devastanti sull’ambiente e sulle comunità locali, che nel corso degli anni si sono ritrovate ad avere a che fare con gigantesche discariche a cielo aperto.

Limitare gli acquisti permette anche di limitare le emissioni di CO2 inquinanti nell’atmosfera, perché, per esempio, impedisce a camion e aerei carichi di merce di partire per le consegne che andranno effettuate in giro per il mondo.

Un consumo responsabile, inoltre, aiuta a redistribuire la ricchezza e a promuovere i piccoli produttori locali, il cui impatto è di norma di gran lunga minore rispetto alle grandi multinazionali.

La situazione italiana

Il consumo responsabile è un elemento fondamentale delle nostre vite, oggi più che mai: ecco a che punto siamo in Italia.
Abiti appesi ad asciugare

L’O.C.I.S. (Osservatorio Internazionale per la Coesione Sociale) ha a proposito realizzato nel 2018 un rapporto che ha analizzato le abitudini di consumo dei nostri connazionali, che sembrano essere (per fortuna!) piuttosto virtuose.

Dal report è infatti emerso che il 63,4% della popolazione italiana dichiara di adottare comportamenti di consumo responsabile, mentre il 36,6% afferma di non farlo. Si è trattato di un camiamento importante rispetto al passato: basti pensare che la stessa ricerca condotta nel 2002 mostrava infatti che solo il 28,5% dei cittadini si dichiarava attento alle scelte di consumo sostenibile. C’è comuque ancora molta strada da fare: i numeri già buoni ai quali siamo arrivati potranno certamente migliorare con un po’ di consapevolezza in più e con adeguate campagne di sensibilizzazione sul tema.

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Alberto Muraro

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