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Cosa fa un energy manager: ruolo, competenze e importanza nella gestione energetica

Un traliccio visto dal basso
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Un individuo esperto che si occupa, per lavoro, di uso razionale e conservazione dell’energia, si chiama energy manager. Stiamo parlando di una figura fondamentale oggi più che mai, visto e considerato quanto è importare avere un occhio di riguardo sull’uso oculato delle risorse energetiche a nostra disposizione, e dei relativi ed eventuali sprechi. Vediamo dunque insieme più nello specifico qual è il ruolo svolto da queste persone, di che tipo di competenze si hanno bisogno per svolgere questo mestiere e perché sono così cruciali.

Indice contenuti

Cosa fa un energy manager

Un energy manager è una figura davvero molto importante all'interno di un'azienda: scopriamo insieme di cosa si occupa esattamente.
Due lampadine accese

Sono diverse le attività di cui si occupa una persona simile all’interno, ad esempio, di una grande azienda. L’energy management comporta ad esempio azioni minori come il monitoraggio delle bollette energetiche mensili e l’aggiornamento alle lampadine a risparmio energetico. Ma ovviamente comporta molte altre responsabilità: essere un energy manager significa apportare miglioramenti più estesi alla struttura dove si lavora, come l’aggiunta di un sistema di isolamento termico, l’installazione di una copertura del tetto riflettente, l’aggiunta di un impianto fotovoltaico, o ancora il miglioramento delle attrezzature HVAC (riscaldamento e raffreddamento) per ottimizzare le prestazioni energetiche.

Grazie a tutti queste accortezze, un energy manager permetterà all’azienda o alla realtà dove lavora di risparmiare in bolletta a fine mese e, soprattutto, di limitare al massimo le emissioni di CO2 e dunque l’impronta di carbonio dell’azienda stessa.

Le attività svolte

Quello di cui si occupa un energy manager più nel dettaglio è in realtà molto varabile e dipende dalle necessità di ogni singola realtà aziendale. Nella maggior parte dei casi, in ogni caso, i seguenti sono gli elementi sui quali questa figura deve porre la maggior attenzione:

  • tenere monitorati tutti i consumi energetici, compresi quelli idrici;
  • supervisionare la gestione del carbonio;
  • negoziare i contratti energetici con i vari fornitori;
  • Progettare diverse iniziative allo scopo di migliorare l’efficienza energetica di edifici, attrezzature e installazioni specifiche;
  • Valutare i consumi e i relativi costi per l’azienda;
  • Portare a termine le ispezioni e gli audit energetici.
  • Gestire e monitorare l’implementazione di progetti di efficientamento energetico;
  • Controllare il rispetto di scadenze, budget, specifiche tecniche, standard qualitativi e requisiti normativi.

I vantaggi di avere un energy manager

Già abbiamo anticipato in precedenza alcuni degli indubbi benefici legati alla presenza di un energy manager in un’azienda. Questa figura aiuta infatti a mitigare i problemi globali derivanti dalle emissioni di carbonio, ma non solo.

Essere in possesso di un software di gestione energetica aiuta a controllare il budget di un’azienda e a ridurre il rischio associato agli aumenti dei prezzi dell’energia che possono influenzare la capacità operativa della realtà aziendale stessa. Grazie ad un attento monitoraggio delle utenze, le aziende riusciranno a pianificare il loro budget in maniera decisamente più efficiente e a comprendere meglio i loro costi operativi complessivi. I vantaggi in questo senso sono sempre molto interessanti: basti pensare che una riduzione dei consumi energetici del 10% può generare un aumento del 1,5% del reddito operativo netto.

C’è un altro fattore che non andrebbe sottovalutato: gestire l’energia nella maniera corretta può anche aiutare le realtà aziendali a rendersi più indipendenti da catene di approvvigionamento che spesso possono essere volatili.

Un ultimo aspetto riguarda un altro tema importante, quello della reputazione aziendale presso i suoi stakeholder: oltre a risparmiare sui costi energetici e ridurre le emissioni di carbonio, ridurre l’impronta di carbonio della propria azienda permette di dimostrare l’impegno della stessa verso l’ambiente, promuovendo un’immagine di maggiore sostenibilità e sostegno all’energia verde. Attualmente è infatti fondamentale che agli occhi dei propri clienti un’azienda sfoggi una responsabilità sociale particolarmente spiccata.

Come si diventa energy manager?

Chi è interessato a svolgere questa professione dovrebbe necessariamente ottenere una laurea, di norma in ingegneria energetica, ambientale o meccanica. Inoltre, sarebbe consigliabile specializzarsi in materia, magari con un master o con corsi post laurea specifici. Le aree che si possono approfondire in questo senso sono le seguenti:

  • la gestione energetica;
  • gli impianti HVAC;
  • le tecniche di isolamento;
  • la normativa che regola il settore.

Quanto guadagna un energy manager?

Si tratta di una posizione che in azienda può regalare stipendi piuttosto interessanti. Secondo Glassdoor, Il salario medio per un energy manager nel nostro Paese ruota intorno ai 45.656 € all’anno.

Le sfide esistenti

Scopriamo insieme di cosa si occupa esattamente un energy manager e perché è importante per un'azienda.
La manopola di un termosifone

Così come per qualunque altro mestiere, anche un energy manager si trova spesso ad affrontare alcune criticità.

Per esempio, a volte può succedere che i sistemi di gestione degli edifici tradizionali e i contatori che raccolgono dati tramite audit energetici manuali non forniscano dati che consentano di individuare schemi di utilizzo energetico inefficiente.

Può inoltre accadere di avere a che fare con sistemi difettosi, impostazioni errate e attrezzature mal mantenute: se i controlli programmati dovessero essere eseguiti troppo raramente ciò comporterebbe per forza di cose un grande spreco potenziale di tempo e denaro.

Ancora, gli energy manager possono dover affrontare una mancata pianificazione per gli aggiornamenti energetici. Quando si hanno a disposizione dati energetici approfonditi sarà infatti più facile prendere decisioni intelligenti su interventi di retrofit energetico o iniziative di aggiornamento che conducano a risparmi sui costi e a un buon ritorno sull’investimento.

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Alberto Muraro

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