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Gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, in discussione un Piano nazionale

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Dalla fine di dicembre è aperto alla consultazione pubblica il Rapporto preliminare del Programma nazionale di gestione dei rifiuti del Mite. Che ha l’obiettivo di migliorarne efficienza e sostenibilità.

Dopo più di un anno d’attesa, nei giorni finali del 2021 il Ministero per la Transizione Ecologica ha presentato il Rapporto preliminare del Programma nazionale gestione rifiuti (Pngr), uno strumento di indirizzo per Regioni e Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Il documento costituisce una riforma strutturale necessaria per l’attuazione del Pnrr, con lo scopo generale di orientare le politiche pubbliche e incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare. In particolare, contiene misure finalizzate a migliorare la gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, rafforzando le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, colmando il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud e realizzando progetti altamente innovativi per filiere strategiche quali Raee, industria della carta e del cartone, tessile, riciclo meccanico e chimica delle plastiche. Il documento è aperto alla consultazione pubblica degli stakeholder

La pianificazione regionale

Il Piano preliminare si impegna a promuovere la pianificazione regionale sulla base di criteri omogenei e confrontabili, con l’obiettivo di saldare i piani regionali all’interno di una strategia nazionale unificante. Un passo avanti per individuare più facilmente eventuali responsabilità in caso di inadempienze e per evitare nuove procedure di infrazione. Tuttavia, se si vuole garantire una logica di sistema finalizzata non solo a sistematizzare la raccolta dei rifiuti ma soprattutto a costruire nuove e più virtuose catene del valore, a valle della raccolta, lo sguardo del Mite dovrebbe allargarsi anche ai mercati delle materie prime seconde provenienti dal riciclo. Argomento che non viene toccato dal Piano. Serviranno anche regole e criteri chiari per consentire l’integrazione dei flussi dei rifiuti urbani con quelli speciali, in rapporto ai singoli territori e ai quantitativi prodotti. Ricordiamoci che i rifiuti speciali sono, prevalentemente, scarti delle attività produttive. Per prevenirne la produzione l’unica vera strada è quella di imboccare logiche di produzione “circolari”, incentivando l’ecodesign, semplificando l’impiego di sottoprodotti e, in generale, incentivando il riciclo. Allo stesso tempo, e in linea con alcune osservazioni arrivate al Piano, servirebbe uno sforzo per calibrare i piani impiantistici anche rispetto a scenari di sviluppo industriale finalizzati a chiudere specifici flussi di rifiuti (ad es. Raee, pannelli fotovoltaici, rifiuti sanitari).

Il Rapporto Ambientale

Interessante la previsione di un Rapporto Ambientale ad hoc, a ulteriore garanzia di tutela ambientale, che costituisca parte integrante del Piano e ne accompagni l’intero processo di elaborazione e approvazione. Nel Rapporto Ambientale dovranno essere individuati, descritti e valutati eventuali impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sul patrimonio culturale delle azioni proposte dal Programma Nazionale. Dovranno in questo caso essere previste alternative adottabili in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale di applicazione.

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