Secondo i dati dell’osservatorio europeo Copernicus, è stato il 2024 l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni nel 1850 e l’Europa è il continente che si riscalda più in fretta. Ma soprattutto la temperatura media annuale globale ha superato il grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. Continuano a salire le emissioni di gas serra, l’Accordo di Parigi affonda e Trump lo abbandona insieme al Green Deal.
Il 2024 è stato il primo anno con una temperatura media globale superiore a 1,5 gradi centigradi rispetto al livello preindustriale. Per 11 mesi dell’anno la temperatura media globale dell’aria superficiale ha superato questa soglia e la temperatura media combinata per il 2023 e il 2024 è di 1,54°C.
Lo dice il Copernicus Global Climate Highlights Report 2024 recentemente pubblicato. Che non solo conferma quello che il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea Copernicus aveva già annunciato, e cioè che il 2024 è stato l’anno più caldo da quando si rilevano le temperature, ma sancisce anche quello che c’era da temere e, soprattutto, da evitare: il superamento della soglia limite secondo l’Accordo di Parigi per evitare le conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici.
Una soglia di non ritorno, superata a soli nove anni dalla ratifica di quell’accordo sul clima, firmato da 194 Paesi e dall’Unione europea, che si impegnavano a limitare il riscaldamento medio globale “ben al di sotto di 2 gradi centigradi rispetto al periodo preindustriale, e se possibile sotto ai 1,5°C”.
L’Accordo di Parigi colpito e affondato
L’Accordo sul clima del 2015, di fatto, è superato dagli eventi. Affonda e non è chiaro che cosa si voglia realmente fare adesso. L’unica cosa certa, che non aiuterà a scongiurare il peggio in arrivo con il global warming, è l’uscita degli Usa da quell’accordo, firmata da Donald Trump appena insediato. Un bis, poiché anche nel 2016 Trump fece lo stesso durante il suo primo giorno alla Casa Bianca (e poi Biden avviò la procedura di riadesione).
Gli Usa sono l’unico Paese a essersi ritirato dall’accordo. Scansato al momento il loro abbandono anche della convenzione generale dell’Onu sui cambiamenti climatici; ma fine del bando alle trivellazioni in Alaska. La risposta dell’Unione europea è arrivata dal World Economic Forum di Davos, dove Ursula von der Leyen ha dichiarato che “l’Accordo di Parigi continua a essere la migliore speranza di tutta l’umanità” contro il riscaldamento globale e ha esortato alla cooperazione internazionale.
“L’Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale”, ha detto la presidente della Commissione Europea confermando di confidare in una road map di cui finora si è concretizzato poco. “I prossimi anni saranno vitali ben oltre l’Europa. Tutti i continenti dovranno accelerare la transizione verso zero emissioni nette e affrontare il crescente peso del cambiamento climatico”, ha aggiunto von der Leyen.
L’Europa si riscalda a velocità doppia
L’Europa ha di che preoccuparsi. Secondo il report, il 2024 è stato l’anno più caldo anche per tutte le regioni continentali, compresa l’Europa, ad eccezione dell’Antartide e dell’Australasia. E Copernicus sottolinea come il continente europeo sia quello che si sta riscaldando più rapidamente di tutti: a una velocità doppia rispetto alla media globale dagli anni 80, come evidenziato anche nel Rapporto sullo Stato Europeo del Clima 2023 e nella Valutazione del Rischio Climatico Europeo.
Le terre europee nell’Artico rimangono la regione che si riscalda più rapidamente sulla Terra e i cambiamenti nella circolazione atmosferica favoriscono ondate di calore estive più frequenti, specifica Copernicus. Inoltre, i ghiacciai si stanno sciogliendo, l’andamento delle precipitazioni è cambiato e la frequenza e la gravità degli eventi meteorologici estremi sono in aumento. L’anno passato, le temperature della superficie del mare sono rimaste eccezionalmente elevate: il periodo luglio-dicembre 2024 è stato il secondo più caldo mai registrato per questo periodo dell’anno, dopo il 2023.
Le emissioni di gas serra principali responsabili della crescita della temperatura globale
E se il fenomeno climatico periodico El Nino ha dato il suo contributo alle temperature insolite osservate durante l’anno, secondo gli scienziati il principale responsabile delle temperature estreme della superficie dell’aria e del mare rimane tuttavia il cambiamento climatico indotto dall’uomo. Con emissioni di gas serra che non accennano a diminuire.
“Nel 2024, i gas serra atmosferici hanno raggiunto i livelli annuali più alti mai registrati nell’atmosfera, secondo i dati C3S e CAMS”, ha dichiarato Laurence Rouil, direttrice del Servizio di monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (CAMS). “Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2024 erano superiori di 2.9 parti per milione rispetto al 2023 e quelle di metano di 3 parti per miliardo. I nostri dati indicano chiaramente un costante aumento globale delle emissioni di gas serra, che rimangono il principale agente del cambiamento climatico”, ha precisato Rouil.
La riposta alla crisi climatica deve basarsi sull’evidenza
Il futuro dipende da noi, ha ribadito Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S) presso il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF – European Centre for Medium-Range Weather Forecasts).
“Tutti i dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano cheil 2024 è stato l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni nel 1850. L’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi sull’evidenza. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro”, ha detto Buontempo commentando il Copernicus Global Climate Highlights Report 2024. Ma i decreti di Trump e la fine delle politiche Usa per il Green Deal non erano ancora stati firmati.