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Il Friuli approva un Piano per il recupero dei siti produttivi dismessi

sito industriale dismesso
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La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via preliminare un Piano per il recupero dei siti produttivi dismessi da più di tre anni. Uno strumento che guiderà lo sviluppo del comparto industriale regionale all’insegna della gestione sostenibile del suolo.

La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via preliminare il primo Piano per il recupero dei complessi produttivi degradati, ossia gli edifici e le aree di pertinenza non utilizzate da più di tre anni, o con caratteristiche tali da non risultare più idonei alle attività di produzione. Il Masterplan è uno strumento di programmazione strategica, introdotto dalla legge regionale SviluppoImpresa approvata nel 2021, finalizzato a guidare lo sviluppo del comparto industriale regionale e la crescita del territorio per i prossimi 5 anni. L’assessore regionale alle Attività produttive Emidio Bini ha spiegato che obiettivo del Piano è quello di individuare le aree caratterizzate da edifici industriali oggi dismessi o degradati e recuperarle progressivamente attraverso azioni che promuovano un nuovo modello di insediamento, attrezzato e collegato ai grandi assi infrastrutturali, e attraverso un sistema di gestione delle risorse più razionale e sostenibile. Prime tra tutte, la risorsa suolo. Il Piano ha l’ambizione di proporre spunti di riflessione sulla possibile integrazione fra le tradizionali politiche di sostegno delle attività produttive con quelle attivabili in campo urbanistico ed ambientale, in una visione moderna e sistemica dello sviluppo del sistema industriale regionale. La riattivazione dei complessi produttivi degradati dovrebbe passare anche attraverso lo snellimento delle procedure autorizzative e l’introduzione di facilitazioni per l’attuazione degli interventi di riqualificazione, come necessario nel caso dell’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il Masterplan, punto di partenza per l’effettivo recupero dei siti produttivi dismessi

Consorzi e Comuni hanno collaborato alla mappatura dei siti: 180, il 60% dei quali ricade nelle zone artigianali, a dimostrazione di come la politica industriale perseguita negli ultimi anni dall’amministrazione regionale abbia sostenuto in modo significativo gli insediamenti all’interno degli agglomerati industriali, anche grazie al ruolo attivo assunto dai Consorzi di sviluppo economico locale in tali aree. “Il Masterplan – ha spiegato l’assessore Bini – rappresenta un punto di partenza, che potrà essere progressivamente ampliato, per le future politiche di sviluppo del sistema industriale e territoriale regionale. L’individuazione dei complessi produttivi degradati e la definizione di una strategia di riconversione degli stessi permetterà di attivare, entro il perimetro di tali ambiti, tutte le misure di incentivo e finanziamento già previste dalle leggi regionali Rilancimpresa e ampliate da SviluppoImpresa, a beneficio di imprese, privati e Consorzi di sviluppo economico locale”. La stima dell’entità economica necessaria per la riattivazione dei 180 siti è stimata in circa 405 milioni di euro. Con l’attivazione del fondo istituito con la legge SviluppoImpresa, già alimentato con 8,5 milioni di euro per il triennio 2022/2024, saranno disponibili risorse per sostenere le iniziative entro i complessi produttivi degradati già a partire dai bandi che si apriranno dopo l’approvazione definitiva del documento da parte della Giunta. L’adozione del Masterplan diventa così il punto di partenza per attivare concrete azioni di stimolo e sostegno al recupero di contesti produttivi degradati e inattivi presenti sul territorio regionale, quanto mai necessari nell’attuale contesto economico.

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Redazione

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