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Il recupero partecipato del Giardino di Ousmane

giardino ousmane
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Ad Anagni il lavoro dell’associazione di volontariato Sconfinatamente ha reso fruibile alla cittadinanza un’area verde caduta in degrado. Dove oggi vengono organizzate attività culturali e di socialità, con l’obiettivo di far crescere la partecipazione collettiva.

“Ousmane lo conoscevi? Sì, veniva a lavorare qui al giardino quando abbiamo cominciato e c’erano da togliere i rovi e tutte le piante infestanti. Poi ha avuto un incidente mortale sul lavoro”. Il Giardino Ousmane, ad Anagni, è a due passi dal centro storico, poco più di un chilometro subito fuori dalle antiche mura. È un parco pubblico, dalla posizione privilegiata, reso fruibile alla cittadinanza dall’organizzazione di volontariato Sconfinatamente, che sul finire del 2018 ha preso in affitto il terreno di proprietà del Convitto Regina Margherita e ne cura la manutenzione. Daniela Morini e Vicenzo Landolina, volontari dell’associazione, raccontano con passione la storia, i successi e le fatiche di questa nuova gestione dell’area: un terreno collinare di tre ettari con terrazzamenti piantati a uliveto, che servivano il convitto dal 1890, abbandonati a loro stessi da una trentina d’anni. L’ingresso e la prima parte del terreno erano addirittura stati trasformati in discarica. Oggi una buona metà è stata ripulita. “Il nostro motto – ricorda ridendo Daniela Morini – era pulire, pulire, pulire. Gli ulivi erano invasi dall’edera e il terreno tutto coperto dai rovi, era talmente inselvatichito che nemmeno si riusciva a capire l’estensione dei terrazzamenti. Con il Covid abbiamo dovuto fermarci, il grande del lavoro di pulizia è stato fatto negli ultimi due anni, quando abbiamo potuto. Dopo sono cominciati i lavori di sistemazione dei vialetti e delle aiuole, le piantumazioni, poi la realizzazione degli allestimenti: panchine fatte con i pallet, tavoli fatti con legno di recupero e opere di decorazione”. Nella parte più bassa del terreno ha ripreso forza il bosco, che i volontari hanno in parte lasciato, tracciando un sentiero per consentire le escursioni. Ma c’è ancora parecchio da fare. “È uno spazio che mancava nella nostra città, soprattutto così vicino al centro. Il riscontro da parte dei cittadini è buono – prosegue Morini – anche se ci siamo resi conto che ci sono ancora persone che non lo conoscono e di conseguenza non ne possono usufruire. Cerchiamo di farci conoscere”. L’augurio e l’obiettivo dell’associazione è di riuscire a coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini, tanto per i lavori di manutenzione, quanto per godere dei momenti di socialità, culturali e di svago che nel Giardino Ousmane vengono organizzati. “Abbiamo preso in gestione questa collina – spiega Vincenzo Landolina – per recuperare un’area verde all’interno dello spazio urbano, destinandola a varie attività culturali. Quest’estate abbiamo organizzato presentazioni di libri, rappresentazioni teatrali, musica con gruppi locali, con l’obiettivo di stimolare la partecipazione della cittadinanza e delle realtà associative che esistono sul territorio. Un modo per vivere i luoghi della città in modo creativo, a contatto con le persone. Quello che ci prefiggiamo per la prossima primavera è di poter sviluppare i momenti di condivisione, coinvolgendo giovani e adulti in tutte le attività”.

Il giardino è dedicato alla memoria del migrante Ousmane Sidibe

L’organizzazione di volontariato Sconfinatamente è nata nel 2018 e si occupa di inclusione sociale e di integrazione, a partire da quella dei migranti, mettendo al centro dei suoi obiettivi il combattere ogni forma di pregiudizio. Tutto il lavoro è basato sul volontariato. E proprio alla memoria di un volontario, Ousmane Sidibe, migrante di origine ivoriana, morto sul lavoro nel 2020 a soli 23 anni, è dedicato il parco pubblico. Alla manutenzione del giardino contribuiscono attualmente circa 25 persone, ognuna secondo le proprie forze e disponibilità di tempo. “La difficoltà più grande – dice Vincenzo Landolina – è quella di coinvolgere i giovani sopra i vent’anni; fatichiamo a farli partecipare, a creare un dialogo tra generazioni, a realizzare un passaggio di testimone che invece servirebbe, perché molti dei lavori collegati alla vita del giardino richiedono uno sforzo fisico che non tutti riescono sempre a fare”. Con le olive di alcune piante, quest’anno, è stato fatto l’olio; ci sono tre arnie che forniscono miele di acacia. Sarebbe il benvenuto anche un orto urbano, ma poi serve chi lo curi con assiduità. La priorità, per il momento, è la pulizia dello spazio già aperto, affinché non vi ricrescano i rovi. Una parte del terreno rimarrà a bosco e si farà proseguire il sentiero. E per la sua posizione ottimale il Giardino Ousmane sarebbe un ottimo punto di partenza, o comunque di passaggio, per un progetto più ampio di parco sub-urbano che alcune forze civiche stanno valutando.

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