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Italia prima in Europa per riciclo dei rifiuti

economia circolare
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Il nostro Paese in Europa è tra quelli con i più alti tassi di circolarità e di produttività delle risorse, ed è primo assoluto per quantità di rifiuti riciclati. Ma la strada verso un’economia circolare e rigenerativa va percorsa fino in fondo. Iniziando da ecoprogettazione dei prodotti e circolarità dei processi produttivi. 

L’Italia è leader in Europa per riciclo dei rifiuti, con una quota che supera l’80%. Lo assicura Eurostat, che ha diffuso i dati sulla produzione, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti in area Ue. Nel 2020 il quantitativo totale di rifiuti prodotti si attesta a 2.151 Mt. La maggior parte deriva dal settore delle costruzioni (37%) e da quello minerario/estrattivo (23%), mentre i rifiuti urbani, con 196 Mt, costituiscono il 9,5% del totale. Dei rifiuti gestiti e recuperati il 39% è stato riciclato, il 15% destinato a backfilling e il 6% recuperato energeticamente, mentre rispetto a quelli smaltiti il 31% è stato avviato in discarica, lo 0,5% incenerito senza recupero di energia e l’8% smaltito in altro modo. 

dati Eurostat

L’Italia è un paese di contraddizioni, con molte aree in emergenza per la gestione dei rifiuti e con un alto tasso di illegalità, ma con le migliori performance europee per produttività delle risorse e circolarità nell’impiego di materia. Il Quarto Rapporto sull’economia circolare in Italia – 2022,  curato dal Circular Economy Network e scritto a quattro mani da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Enea, fa un focus sul nostro Paese.

Cosa è il tasso di circolarità

Il tasso di uso circolare dei materiali, secondo Ispra, misura il contributo dei materiali riutilizzati rispetto all’utilizzo complessivo di materiali, a livello di intera economia e per categoria di risorse (biomasse, minerali metalliferi, minerali non metalliferi, combustibili fossili). L’indicatore rappresenta dunque la percentuale di materia prima secondaria utilizzata nei processi produttivi. Tale indicatore è stato sviluppato da Eurostat e pubblicato, a partire da gennaio 2018, nell’ambito della Comunicazione della Commissione europea “Closing the loop – An EU action plan for the Circular Economy”.

L’Italia supera la media europea per tasso di circolarità e produttività delle risorse

Se a livello globale il tasso di circolarità è sceso, passando dal 9,1% del 2018 all’8,6% del 2020 (Circularity Gap Report), mentre è fermo al palo nell’area Ue (al 12,8%), in Italia il valore ha raggiunto il 21,6%, secondo solamente a quello francese (22,2%) e quasi dieci punti percentuali sopra quello tedesco (13,4%). Spagna (11,2%) e Polonia (9,9%) occupano rispettivamente la quarta e quinta posizione nella classifica dei Paesi europei. Il trend italiano di crescita di utilizzo circolare di materia è stato continuo: dall’11,6% del 2011 al 21,6% del 2020. Solo nell’ultimo anno di analisi il tasso è cresciuto del 2,1%, a fronte di un aumento medio a livello europeo dello 0,8%. Ciò significa che il nostro Paese è riuscito, finora, a contenere i danni del combinato disposto della crisi pandemica e della guerra in Ucraina, che ha generato forti oscillazioni della domanda di prodotti e dell’offerta di materie prime e combustibili fossili. L’Italia realizza buone performance anche rispetto all’indice di produttività delle risorse, ossia il rapporto fra Prodotto interno lordo (PIL) e Consumo di materiale interno (DMC), che quantifica la relazione tra attività economiche e consumo di risorse naturali. Mentre l’aumento medio europeo è stato del 17%, quello italiano è arrivato a quota 42%. “Nel 2020 – spiega il rapporto – per nessuno dei cinque principali Paesi europei si è registrato un incremento nella produttività delle risorse. In Europa nel 2020, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate sono stati generati 2,1 euro di PIL. L’Italia è arrivata a 3,5 euro di PIL (il 60% in più rispetto alla media Ue)”.

Italia prima in Europa per riciclo dei rifiuti

Nell’Unione europea la produzione di rifiuti al 2018 è stata pari a 2,3 miliardi di tonnellate (Gt). Nello stesso anno, in Italia sono state prodotte 173 milioni di tonnellate (Mt), in Germania 406, in Francia 343, in Polonia 175 e in Spagna 138. Per l’Europa la percentuale di riciclo dei rifiuti nel 2018 è stata pari al 35,2% (cioè 822 Mt): la quota rimanente è stata avviata a recupero energetico (130 Mt) o smaltimento in discarica (970 Mt). In Italia la percentuale di riciclo ha raggiunto il 68% circa: è il dato più elevato dell’Unione europea, cresciuto di 9 punti percentuali tra 2010 e 2018 a fronte di una media europea pressoché invariata. Nonostante le buone performance raggiunte, l’Italia però non è ancora in grado di raggiungere l’autosufficienza nell’accesso a materie prime ed energia, in un contesto turbolento come quello attuale, con i prezzi delle materie prime alle stelle e gli effetti nefasti del deficit energetico. Nella transizione verso un’economia circolare e rigenerativa, disegnata anche dal Piano di azione europeo per l’economia circolare approvato a febbraio 2021, due azioni sono ormai improcrastinabili:

  • la progettazione ecocompatibile dei prodotti, puntando su durabilità e riutilizzabilità;
  • la circolarità dei processi produttivi, agevolando la simbiosi industriale e sviluppando la bioeconomia rigenerativa, l’uso delle tecnologie digitali per la tracciabilità delle risorse e il ricorso alle tecnologie green.

Strade che stiamo dimostrando di conoscere bene. Ciò che serve adesso è un’accelerazione.

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