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A Maiden Island il recupero di un sistema ecologico marino più grande al mondo

Maiden Island cover
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L’uragano Luis nel 1995 ha devastato Antigua e la sua barriera corallina. Un progetto della fondazione Reef Ball e della Stanford Development Company ha riportato nuova vita nell’ecosistema marino.

di Alberto Giuliani

La scienziata americana Deborah Brosnan conosce le acque dei caraibi meglio di qualsiasi altro luogo al mondo. “Nuotando in quei mari, ti senti come un invitato a una festa meravigliosa” dice, ricordando i colori della natura, lo splendore della luce e la vita sottomarina. “Ma tornarci dopo l’uragano é stato scioccante. Era tutto morto. Non c’erano squali, né tartarughe o piante. Tutti i coralli erano scomparsi” afferma con sguardo commosso in un’intervista all’agenzia Reuters.

La devastazione dell’uragano Luis

Ricerche recenti hanno dimostrato come il surriscaldamento globale e l’innalzamento dei mari contribuiscano alla formazione di tempeste tropicali distruttive, capaci di annientare l’ecosistema corallino, che, da solo, rappresenta più del 25% della biodiversità marina. Tra gli uragani più devastanti e persistenti che la storia ricordi c’è Luis: 240 km/h di vento che, nel 1995, rase al suolo tutto ciò che incontrò sulle terre di Antigua e sotto i suoi mari. E a un decennio di distanza su quei fondali non era tornata alcuna forma di vita. Per questo la fondazione Reef Ball e la Stanford Development Company hanno deciso di dar vita a quello che la Società Americana per il Recupero Ecologico ha definito “il più grande recupero al mondo di un intero sistema ecologico marino, che include barriera corallina e foreste di mangrovie”.

Maiden Island

Ritorno alla vita nel Reef di Maiden Island

In appena due mesi di lavoro, nelle acque che circondano Maiden Island sono stati installati più di 3.500 moduli prefabbricati in cemento, progettati per imitare le barriere coralline naturali e chiamati Reef Balls. In aggiunta a questi, sul lato dell’isola più esposto ai venti ne sono stati disposti altri 2.000, per creare il più grande sistema di barriera corallina frangiflutti del mondo.Polverizzando la barriera corallina, l’uragano aveva disperso nel mare 4,5 tonnellate di rocceche i ricercatori hanno recuperato e fissato alle Reef Balls in maniera tale da resistere a un prossimo uragano. Per permettere alla vita corallina di proteggersi, sono stati introdotti oltre cinquecento ricci di mare (Echinometra lucunter) capaci di proteggere i coralli da una crescita eccessiva di alghe. E contestualmente all’intervento marino, sul litorale sono state piantate 4.200 piante di mangrovie rosse (Rhizophora mangle), fondamentali per la salute degli ecosistemi costieri tropicali. Questo genere di vegetazione è infatti l’habitat ideale per la riproduzione di molte specie animali, contribuisce a filtrare gli inquinanti delle acque dolci che affluiscono al mare e stabilizza il terreno. I tecnici sapevano che ci sarebbero voluti decenni prima che la vita tornasse a scorrere come prima. Ma grazie alla scelta di intervenire simultaneamente sulla terra e sott’acqua, oggi il reef di Maiden Island è cresciuto oltre ogni aspettativa, popolandosi di aragoste, coralli duri e morbidi, e milioni di pesci.“Credo che molte persone non apprezzino appieno la vita dell’oceano, perché non lo vedono” dice la dottoressa Brosnan. “La barriera corallina è come un condominio, con specie diverse che vivono su ogni piano, dal seminterrato all’attico. Ed è uno dei palazzi più importanti del nostro Pianeta”.

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