La nuova strada per l’edilizia circolare sembra davvero essere l’utilizzo di mattoni in plastica riciclata. L’impiego di questo materiale è in grado di apportare benefici all’ambiente e al clima, riducendo l’impatto di uno dei rifiuti moderni più pervasivi e generando, al contempo, una quantità di emissioni nettamente inferiore a quella dei mattoni tradizionali. Scienziati e imprese stanno portando avanti ricerche in merito da tempo. Gli approcci sono differenti ma l’obiettivo resta il medesimo: creare un prodotto che sia simultaneamente ecofriendly, funzionale ed economico.
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Mattoncini tipo LEGO per il benessere delle persone e del pianeta
Tra i progetti più avanzati per riconvertire l’edilizia in una industria capace di fare del bene all’ambiente c’è quello della non profit britannica Recycle Rebuild. La società, impegnata da sempre nella transizione ecologica in nome del riuso, ha lavorato assieme all’olandese Precious Plastic nella realizzazione di mattoni composti al 100% da plastica riciclata. Per produrne uno servono 1,5 kg di rifiuti plastici. L’idea è quella di riutilizzare quanto più polimero possibile nella riconversione, così da cogliere i due proverbiali volatili con un solo baccello di fava: da un lato si può ridurre considerevolmente la presenza del rifiuto, mentre dall’altro è possibile dare vita a mattoni solidi e resistenti, particolarmente adatti all’edilizia.
La tecnologia utilizza le macchine per il riciclo open source di Precious Plastic allo scopo di consentire alle comunità di tutto il mondo di replicare l’iniziativa. Ogni mattone è caratterizzato da un design che gli permette di agganciarsi ad altri, esattamente come avviene quando si gioca con gli iconici mattoncini LEGO. Le cavità poste all’interno riducono i ponti termici, migliorandone le proprietà isolanti rispetto all’elemento di costruzione in muratura standard. Il polimero presenta interessanti caratteristiche, le quali non si ritrovano nei tipici materiali con cui si realizzano mattoni e allacci per l’edilizia.
Aspetti come l’isolamento sono quelli su cui Precious Plastics fa maggiormente leva, al fine di convincere aziende e persone a puntare sul mattone plastico. Elencandone tutti i vantaggi diviene molto difficile ribattere al fatto che questa soluzione possa rappresentare un miglioramento nella scienza e nella tecnologia dell’abitare.
Mattoni in plastica e sabbia riciclata, il brevetto di Nzambi Matee
Leggermente più complessa è la ricetta messa a punta dall’ingegnere Nzambi Matee, in Kenya. La scienziata, oggi a capo della startup Gjenge Makers, ha inventato un sistema per sfornare materiali da costruzione sostenibili, a basso costo. Il processo non fa uso del solo polimero, come nel caso che abbiamo appena evidenziato. La peculiarità di questo mattone è che deriva da una miscela di plastica e sabbia, ottenuta a temperature molto elevate. Generato il composto, si procede a comprimerlo per ricavare i mattoni. L’impianto utilizzato è in grado di trasformare una gran quantità di rifiuti, anche quelli che tradizionalmente sfuggono al riciclo tradizionale.
Le stime dell’ingegnere parlano di una produzione capace di arrivare fino a 1.500 mattoni ogni giorno. Il prezzo a cui l’ideatrice e la sua azienda li rivendono è di circa 7,70 dollari al metro quadrato. La macchina che crea la miscela e la comprime, sagomandola nella forma di un mattone, è frutto dell’ingegno della stessa scienziata. Il prototipo le è valso il titolo di Young Champions of the Earth, nel 2020.
Selina Heiniger e i suoi mattoni in plastica, rigorosamente riciclata
Questo progetto è ancora in fase sperimentale, molto più lontano da un concreto ingresso sul mercato. Si tratta infatti di un Master, redatto e messo a punto da Selina Heiniger, ingegnere civile a Losanna. La ricercatrice sta sviluppando un nuovo materiale da costruzione. La sua miscela si compone di rifiuti di plastica riciclati, ma difficilmente riutilizzabili, cemento e terracotta. Il progetto coniuga gli interessi accademici della studiosa con il desiderio di contribuire alla tutela dell’ambiente. Heiniger vuole sviluppare metodi di costruzione che utilizzino meno materie prime e, contemporaneamente, riducano l’inquinamento dovuto ai rifiuti di plastica.
I mattoni di Heiniger sono formati di polimero riciclato, in particolare polipropilene, polivinile e polietilene ad alta densità. Questi materiali sono di una qualità non sempre riutilizzabile per altre destinazioni d’uso. Mischiando la plastica con terracotta ricavata da mattoni schiacciati di riuso e cemento, anch’esso riciclato, l’ingegnere dà vita a nuovi blocchi per costruire. Questi sono sviluppati in maniera tale da fissarsi automaticamente, senza bisogno dell’utilizzo di malta tra un mattone e l’altro. L’invenzione è ancora in fase di sperimentazione e necessiterà di ulteriori accorgimenti, dal momento che siamo piuttosto lontani dalla fase finale del progetto. Le premesse sono però buone e i test incoraggianti.
L’edilizia di domani

Oltre a queste, vi sono altre iniziative finalizzate all’introduzione di nuovi materiali nell’edilizia, che possono dare modo a un’industria piuttosto impattante di ridurre la sua impronta di carbonio. Il settore si presta particolarmente al riciclo, dal momento che necessita di materiali solidi e resistenti, dal profilo preciso e capaci di incolonnarsi e affiancarsi l’un l’altro per dar vita a edifici e infrastrutture. Tutte caratteristiche peculiari della plastica. L’edilizia di domani ha davvero la possibilità di rappresentare uno degli ambiti più virtuosi di riciclo e riuso. È auspicabile che queste ricerche proseguano e trovino un interesse sempre più ampio.
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