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Nelle acque 200 tipi di pesticidi diversi

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In un decennio la presenza di pesticidi nelle acque di fiumi e laghi è cresciuta del 28% e del 5% nelle acque sotterranee. Delle oltre 400 sostanze monitorate dal Sistema nazionale di protezione ambientale ne sono state ritrovate circa la metà.  

Mantenere in buona salute le colture e impedire loro di essere distrutte da malattie e infestazioni: sono tanti i vantaggi per l’agricoltura di erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti, tutti appartenenti alla grande famiglia dei pesticidi. Tuttavia, l’utilizzo eccessivo che ne è stato fatto ha prodotto inquinamento delle acque, riduzione della fertilità del suolo, drastica diminuzione degli insetti impollinatori, difficoltà per la crescita e la riproduzione naturale delle piante, rischi per la salute umana. Secondo l’Associazione dei medici per l’ambiente ISDE, infatti, i pesticidi, per le loro caratteristiche di persistenza, tossicità e bioaccumulabilità, possono provocare danni al sistema immunitario, al sistema endocrino e riproduttivo, danni neurologici e cognitivi. Motivo per cui la loro presenza nell’ambiente viene monitorata sempre di più.

La presenza di pesticidi nelle acque

Secondo il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque del Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA), nel 2021 è stata rilevata, in Italia, la presenza di pesticidi in quantità superiori ai limiti di legge nel 28% dei punti di monitoraggio per le acque interne superficiali (su un totale di quasi 2.000 punti di monitoraggio) e nel 7% dei punti di prelievo delle acque sotterranee (su più di 2.800). I parametri di riferimento sono quelli previsti, a livello europeo, dalla Direttiva Acque 2000/60/CE (DQA) che ha permesso di istituire un quadro uniforme per la gestione e la protezione di tutte le acque superficiali e sotterranee, con lo scopo di proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici.

Nel decennio 2012 – 2021 il ritrovamento di pesticidi nelle acque è cresciuto:

  • del 28% per le acque superficiali;
  • del 5% per quelle sotterranee.

Un aumento certamente legato anche al complessivo potenziamento delle attività di monitoraggio – con l’incremento dei punti di prelievo, dei campionamenti e delle sostanze cercate – e dell’efficacia dei protocolli di analisi. Ispra mette a disposizione degli utenti un Portale pesticidi per consultare i risultati del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee.

Quali pesticidi ci sono nelle acque

Delle oltre 400 sostanze cercate nei monitoraggi ne sono state rinvenute circa la metà. I pesticidi trovati in concentrazioni superiori ai limiti previsti (Standard di qualità ambientale – SQA) nelle acque superficiali sono il glifosato – una delle sostanze più vendute in Italia e nel mondo – e il metolaclor, insieme ai rispettivi metaboliti AMPA e metolaclor- ESA. Gli altri erbicidi sono: imazamox, glufosinate-ammonio e terbutrina, che appartiene all’elenco delle sostanze prioritarie, in funzione della pericolosità per la tutela dell’ambiente acquatico. Tra gli insetticidi: cipermetrina e diclorvos, entrambi appartenenti all’elenco delle sostanze prioritarie; mentre tra i fungicidi: azossistrobina, dimetomorf e metalaxil.

Nelle acque sotterranee, invece, le sostanze che più frequentemente sono state rinvenute in concentrazioni non conformi sono i metaboliti metolaclor-ESA e atrazina desetil desisopropil, il glifosato e il suo metabolita, bentazone e imazamox. Inoltre, sono presenti l’insetticida imidacloprid e il fungicida oxadixil.

In quali Regioni sono stati rilevati più pesticidi

In Lombardia sono state cercate 128 sostanze diverse ed è stata riscontrata la loro presenza nel 72% dei punti monitorati nelle acque superficiali e nel 27% dei punti nelle acque sotterranee. Inoltre, la concentrazione media annuale di almeno una di tali sostanze è risultata superiore allo Standard di Qualità Ambientale (SQA) nel 42% dei punti monitorati delle acque superficiali e in circa 8% di quelli delle acque sotterranee. In Piemonte sono state monitorate 115 sostanze diverse e ne sono state trovate 71, nel 42% dei punti monitorati per le acque superficiali e nel 58% dei punti nelle acque sotterranee. In Veneto sono state ricercate 120 sostanze diverse: nelle acque superficiali ci sono residui nel 72% dei punti di prelievo (le più frequenti sono metolaclor-ESA, metolaclor, AMPA, terbutilazina-desetil, terbutilazina, glifosato e dimetomorf); nelle acque sotteranee la presenza di residui appare nel 36% dei punti. Con Rovigo, Venezia, Padova e Vicenza come provincie maggiormente interessate dai superamenti degli SQA.

In Emilia-Romagna sono state mappate 138 sostanze. Nel caso delle acque superficiali il superamento dei limiti compare nel 34% dei punti monitorati, mentre per le acque sotterranee il limite normativo è stato superato nel 7% dei casi. In Umbria i dati evidenziano, come in passato, la presenza significativa di prodotti fitosanitari nei tratti vallivi dei principali corsi d’acqua, con il 60% delle stazioni di monitoraggio con concentrazioni medie superiori al limite normativo. Situazione migliore nel caso delle acque sotterranee, con percentuali di ritrovamento dei pesticidi intorno al 4%.

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