La Commissione europea ha avviato una serie di azioni chiave per far progredire l’economia circolare nella Ue. La circolarità, che riduce i rifiuti, abbassa i costi di produzione e le emissioni di CO2, è infatti anche un modo per ottimizzare le risorse limitate dell’UE e diminuire la dipendenza dai fornitori di materie prime dei Paesi terzi, fattore fondamentale per un mercato competitivo e resiliente. Bruxelles ha anche fatto il punto sui 20 anni della direttiva Raee.
La Commissione europea sta lavorando a una legge sull’economia circolare, prevista per il 2026. Per questo all’inizio di luglio ha avviato diverse iniziative, con l’intento di preparare il terreno all’accelerazione della transizione verso la circolarità dei 27 Stati membri e di rafforzare l’attuazione della legislazione esistente. È stato presentato un pacchetto di nuove azioni relative a diversi ambiti dell’economia circolare, tra cui le norme sulle spedizioni di rifiuti e nuove norme per migliorare l’efficienza del riciclo e il recupero dei materiali dalle batterie usate.
È stata inoltre presentata una valutazione della legislazione sui rifiuti elettrici ed elettronici, la direttiva Raee, in vigore nell’Unione da oltre 20 anni e che stabilisce requisiti minimi per la raccolta e il trattamento adeguato dei Raee al fine di ridurne l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana. Per preparare la revisione di questa direttiva, che sarà una componente centrale della futura legge sull’economia circolare – legge che intende sostenere gli obiettivi del Competitiveness Compass (la “bussola” per la competitività europea presentata a fine gennaio di quest’anno) e del Clean Industrial Deal (tabella di marcia per la competitività e la decarbonizzazione presentata a febbraio 2025) per raddoppiare la quota di materiali riciclati nell’economia dell’Ue – laCommissione deve ora esaminarne i risultati della valutazione, che contiene luci e ombre.
Luci e ombre nella valutazione della direttiva Raee
Nel complesso sono stati compiuti buoni progressi nella gestione ecologica e per il trattamento di tutti i tipi di Raee e la valutazione evidenzia l’elevata pertinenza della raccolta e del trattamento dei crescenti flussi di rifiuti elettronici nell’Ue, tuttavia, individua lacune importanti. Come il fatto che quasi la metà dei Raee prodotti non viene ancora raccolta e che la maggior parte degli Stati membri non raggiunge l’obiettivo di raccolta stabilito dalla direttiva.
La quantità di Raee raccolti è aumentata in modo significativo tra il 2012 e il 2021; ma questa quantità è principalmente legata all’aumento di quella delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute nell’Ue. I rifiuti elettronici sono uno dei flussi di rifiuti in più rapida crescita in Europa, con un aumento annuo del 2% circa. Attualmente solo il 40% circa dei Raee viene riciclato nell’UE.
Secondo la valutazione dei risultati della direttiva, questa ha avuto, dunque, finora, un impatto limitato sul recupero dei materiali ed esiste un grande potenziale di miglioramento, anche per riciclare materie prime critiche, particolarmente importanti per lo sviluppo delle nuove tecnologie. Viene sottolineata la necessità di un nuovo approccio per migliorare la raccolta, il trattamento e per sostenere lo sviluppo di un mercato dei materiali secondari nell’Ue: un passaggio fondamentale se l’Unione vuole davvero affermarsi come leader mondiale nell’economia circolare entro il 2030 com’è stato dichiarato con il Clean Industrial Deal.
I risultati chiave della valutazione della direttiva Raee
Ecco come la Commissione, in una nota, riporta i risultati chiave emersi dalla valutazione:
Ambito di applicazione della direttiva
L’attuale ambito di applicazione non affronta adeguatamente i nuovi flussi di rifiuti ricchi di materie prime critiche provenienti dalle energie rinnovabili e dalle tecnologie digitali, come le turbine eoliche, che raggiungeranno la fine del loro ciclo di vita e saranno smaltiti nei prossimi decenni.
Raccolta dei RAEE
Nel 2022 solo la Bulgaria, la Lettonia e la Slovacchia hanno raggiunto l’obiettivo di raccolta dei RAEE del 65 %, sulla base della quantità immessa sul mercato nei tre anni precedenti. Fattori economici, commercio illegale, mancanza di infrastrutture e scarsa sensibilizzazione del pubblico sono stati ostacoli al raggiungimento dell’obiettivo di raccolta. Inoltre, interpretazioni e metodi di calcolo diversi complicano ulteriormente gli sforzi di raccolta.
Recupero delle materie prime critiche
Una bassa raccolta di RAEE si traduce in una perdita di opportunità di recuperare materiali preziosi, in particolare materie prime critiche come rame, elementi di terre rare, gallio, germanio o tungsteno. Inoltre, gli attuali obiettivi di riciclaggio della direttiva non hanno incoraggiato efficacemente il recupero delle materie prime secondarie.
Mancanza di armonizzazione dei regimi di responsabilità estesa del produttore
La responsabilità estesa del produttore (EPR) è un principio che obbliga i produttori a gestire e coprire i costi di fine vita del prodotto fin dalla fase di progettazione. La valutazione ha rilevato un’attuazione frammentata dei regimi di responsabilità estesa del produttore in tutta l’UE e lacune nell’applicazione degli obblighi di responsabilità estesa del produttore, in particolare per quanto riguarda i venditori online.
Requisiti di trattamento incoerenti
Sebbene siano stati compiuti progressi nella gestione ecologicamente corretta e nel trattamento adeguato dei RAEE, solo il 23% circa degli impianti di riciclaggio nell’UE applica norme di trattamento di alta qualità. Migliorare la qualità del riciclaggio potrebbe contribuire a recuperare maggiori volumi di preziose materie prime secondarie.
Digitalizzazione del sistema di spedizione dei rifiuti
La Commissione intende mettere a punto un sistema digitale di spedizione dei rifiuti, consentendo così alle aziende di passare dalle procedure cartacee a quelle digitali per la spedizione dei rifiuti in tutto il mercato unico europeo, riducendo gli oneri amministrativi e migliorando la competitività. La digitalizzazione razionalizzerà le procedure di spedizioni transfrontaliere di rifiuti interne all’UE, e dovrebbe, al contempo, proteggere meglio l’ambiente e la salute umana. Dal 21 maggio 2026, i sistemi digitali sostituiranno completamente le procedure cartacee, semplificando le operazioni, migliorando la tracciabilità e limitando le spedizioni illegali. Grazie alla digitalizzazione delle procedure, i rifiuti dovrebbero essere riciclati negli impianti più efficienti degli Stati membri.
La Commissione ha avviato, inoltre, una consultazione pubblica sull’armonizzazione della classificazione di alcuni tipi di rifiuti (i cosiddetti rifiuti “verdi”) per facilitarne la spedizione transfrontaliera. La consultazione è accessibile attraverso il portale “Dite la vostra” fino al 31 ottobre 2025.