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Settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione

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Fino a domenica 22 maggio Anbi, in collaborazione con Fiab, organizza escursioni in bicicletta alla scoperta di opere idrauliche, canali irrigui e argini di fiumi. Fondamentali per la tutela del territorio, la conservazione della biodiversità e la mitigazione del cambiamento climatico.

Ricorre quest’anno il centenario del congresso regionale veneto per le bonifiche svoltosi nel 1922 a San Donà di Piave (Venezia), un evento storico a cui parteciparono esperti e studiosi di ogni parte d’Italia e rappresentanti del mondo della politica. Si confermò, in quell’occasione, l’idea della “bonifica integrale”, vista come un’azione congiunta di sistemazione idraulica, risanamento igienico e trasformazione agraria. E l’evento rimase un punto di riferimento per una serie di provvedimenti legislativi emanati nel decennio successivo, che sfociarono nel Testo unico della bonifica integrale, del 13 febbraio 1933. Ad anticipare le celebrazioni del centenario è la Settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione, che ha preso il via lo scorso week-end e andrà avanti fino a domenica 22 maggio. Si festeggia in bicicletta; e più che una celebrazione è una ricognizione del territorio alla scoperta di impianti idraulici, canali di irrigazione e argini di fiume, volta a coinvolgere il maggior numero possibile di partecipanti. La Settimana, alla ventunesima edizione, è promossa dall’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) con il patrocinio del Ministero della Transizione ecologica (Mite) e la collaborazione della Federazione italiana ambiente bicicletta (Fiab), a cui si deve l’organizzazione delle ciclo-pedalate lungo le vie d’acqua e la possibilità di visite a centrali, idrovore, ponti canali, dighe di presa e altre opere idrauliche alle quali è solitamente interdetto l’accesso al pubblico. Il programma è concentrato prevalentemente nelle regioni del nord Italia, non senza qualche interessante eccezione come l’escursione nel cuore della piana di Gela, in Sicilia. “Fiab ha trovato con Anbi, che in Italia gestisce una rete di oltre 231.000 chilometri di canali irrigui, una forte convergenza sul tema della bici come risorsa per la valorizzazione del territorio – dice Giorgio Ceccarelli, responsabile per Fiab dell’iniziativa – L’utilizzo a fini ciclabili degli argini di fiumi e canali, ben presenti in molte Regioni italiane ma spesso poco conosciuti, può essere una grande opportunità per costruire una rete di percorsi ciclabili efficienti e ben curati, perfetti per un cicloturismo di qualità e per incentivare escursioni in modalità sostenibile e a ritmo lento”.

Cosa fanno i Consorzi di bonifica

L’attività dei Consorzi di bonifica e di irrigazione ha come scopo la conservazione e la difesa del suolo, l’utilizzazione delle risorse idriche e la tutela dell’ambiente. Si compie attraverso la realizzazione e la gestione di opere di difesa e di regolazione idraulica, di opere di provvista e utilizzazione delle acque a prevalente uso irriguo, di miglioramento fondiario, ma anche attraverso interventi di salvaguardia ambientale, sviluppo del territorio rurale e risanamento delle acque: tutti compiti che vengono affidati ai Consorzi dalle leggi regionali. Le competenze in tema di bonifica sono state infatti trasferite dallo Stato alle Regioni con decreto del Presidente della Repubblica del 27 luglio 1977 n. 616 e, da allora, le norme regionali in materia di bonifica completano il quadro normativo nazionale.

Bonifiche per la gestione del territorio e la mitigazione del cambiamento climatico

Tra le finalità che Anbi si propone c’è la promozione di una maggiore consapevolezza del percorso evolutivo e del ruolo dinamico dell’attività di bonifica nell’ambito del governo del territorio e della polivalenza delle sue funzioni, anche in relazione alla mitigazione del cambiamento climatico. “I cambiamenti climatici e il consumo di suolo – si legge in un protocollo d’intesa siglato tra Anbi e Anci a febbraio scorso – rappresentano oggi più che mai una sfida che necessita il rafforzamento di azioni a vari livelli, nazionale, regionale e locale, per contrastare gli eventi estremi che, sulla base delle previsioni, si manifesteranno nel futuro in maniera sempre più evidente e a intervalli sempre più ravvicinati, esponendo le popolazioni, i territori, le infrastrutture e quindi l’economia e l’occupazione a gravi conseguenze”. Sempre più spesso, infatti, lunghi periodi di siccità si alternano a violente precipitazioni, concentrate in brevi periodi, e gli scenari che i territori ogni anno devono fronteggiare chiedono soluzioni e risposte nuove. “A 100 anni dal Congresso, che a San Donà di Piave disegnò la moderna Bonifica, non solo i cambiamenti climatici, ma anche le sfide della transizione energetica rappresentano per le nostre realtà un’altra boa da superare” ha dichiarato Francesco Vincenzi, Presidente Anbi. I corsi d’acqua e le risorse idriche hanno un ruolo strategico e i Consorzi di bonifica svolgono un’attività fondamentale per garantire non solo la sicurezza territoriale, ma anche quella alimentare ed energetica. “A obbiettivi fondamentali come la riduzione del rischio idraulico e la fornitura d’acqua per l’agricoltura si aggiungono nuovi criteri gestionali, improntati alla tutela della biodiversità e alla fornitura di servizi ecosistemici, in una parola alla multifunzionalità” ha spiegato Alberto Barausse, docente dell’Università degli Studi di Padova. Parecchia strada rimane ancora da fare. “Nel Piano Strategico Nazionale della nuova PAC – ha aggiunto il direttore generale di Anbi Massimo Gargani – non c’è un eco-schema dedicato alle risorse idriche: è questa la palese testimonianza di quanto la cultura dell’acqua sia ancora marginale in un Paese come l’Italia, il cui futuro non può che essere legato a un modello di sviluppo con il territorio al centro”.

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