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Tompkins Conservation: la fondazione che salva le terre incontaminate

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Douglas Tompkins comprò un milione di ettari di terre incontaminate tra Cile e Argentina, allo scopo di preservarle. Oggi la Fondazione Tompkins Conservation continua la sua opera.

di Alberto Giuliani

Ci sono molti modi per rimediare ai danni che l’essere umano ha causato al Pianeta. Si può invertire la rotta dei nostri consumi, far crescere la cultura della sostenibilità, bonificare ciò che l’incuria ha inquinato. O si può cominciare dal salvare ciò che l’essere umano non ha ancora toccato, come ha fatto Douglas Tompkins. Lui è stato tutto e il contrario di tutto, miliardario e anti-capitalista, sfrontato e lungimirante. Quando da giovane vendeva jeans aprendo il bagagliaio del suo furgone Volkswagen per le strade dell’America di Nixon, si sentiva libero. E quando sulla passione per gli sport estremi riuscì a costruire un impero economico, si sentì onnipotente. A ventuno anni ha fondato North Face e poi Esprit, due colossi nel settore dell’abbigliamento, diventando in poco tempo uno degli uomini più ricchi del mondo.

Comprare terre, per proteggerle

“Impiegai trenta giorni per scalare il Fitz Roy, in Patagonia, e aprire una nuova via per la vetta” raccontava Tompkins in un’intervista alla BBC, parlando del benessere come immersione nella natura e ricerca costante di superare i propri limiti. Nella solitudine immensa del paesaggio australe, aveva compreso che “il sistema capitalista è un modello sbagliato” e che nulla ha più valore della bellezza del Pianeta. Tornato a New York vendette le sue aziende e insieme alla compagna Kristine si trasferì al Sud. “Non puoi sapere se stai facendo la cosa giusta finché non la fai” le aveva detto, portandola alla Fine del Mondo, nel posto più bello che lui conoscesse. Iniziò a comprare terre tra Cile e Argentina, laghi, montagne intere. Vedeva un paesaggio, gli piaceva e se lo comprava, per proteggerlo da ogni cosa che non fosse il vento. Come un folle innamorato, Tompkins mise insieme quasi un milione di ettari, diventando il più grande proprietario terriero del mondo.

La più grande donazione privata fatta ad uno Stato

“Queste terre diventeranno parchi, un santuario della natura, e saranno per tutti” diceva rispondendo con ardore a chi lo accusava di chissà quali speculazioni. Un giorno di novembre del 2015, un giornalista gli chiese se davvero avrebbe lasciato il suo patrimonio da 350 milioni di dollari allo Stato. “Il mio ultimo vestito non avrà tasche e la gente camminerà su queste terre. Non pensate che sia più bello di una tomba?” rispose lui. Pochi giorni dopo il kayak col quale Tompkins stava sfidando le onde del lago General Carrera, nella Patagonia cilena, si ribaltò. Rimase vigile per un’ora, col corpo immerso nelle acque glaciali in balia dei flutti e del destino. Poi, volando sulla sua amata Patagonia a bordo dell’elicottero del soccorso, si spense per ipotermia. Nel suo testamento donava tutte le terre agli Stati del Cile e dell’Argentina, con l’obbligo di costituirne Parchi Nazionali, per il solo e unico scopo di preservare la biodiversità, le foreste, l’acqua, l’ossigeno e la bellezza. La Fondazione Tompkins Conservation, presieduta oggi dalla moglie Kristine, sorveglia sulla tutela della biodiversità e continua a donare terre incontaminate, mantenendo il primato delle più grandi donazioni private al mondo mai fatte a uno Stato. “I parchi nazionali sono la più grande espressione di democrazia che uno Stato possa realizzare” dice Kristine, spiegando che la Tompkins Conservation continuerà ad applicare il modello voluto dal marito “per salvare le terre vergini e la bellezza. Per il bene del mondo e la sopravvivenza dei suoi abitanti”.

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