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Decisa la proroga per la riperimetrazione dei Siti di interesse nazionale

Siti di interesse nazionale
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La conversione in legge del Decreto Milleproroghe allunga la scadenza per ridefinire i confini dei Siti di bonifica di interesse nazionale, con il vantaggio di restituire all’uso pubblico le aree bonificate.

Riperimetrazione dei Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN) e recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione nella conversione in legge del Decreto Milleproroghe. 

Siti di interesse nazionale: la riperimetrazione entro la fine del 2023

C’è tempo fino al termine del 2023 per aggiornare la perimetrazione dei Siti di interesse nazionale presenti in Italia. Una proroga concessa in considerazione del fatto che il cambio di Governo ha di fatto prodotto qualche rallentamento negli iter di bonifica. “Le attività di riperimetrazione saranno svolte con le risorse umane e strumentali già disponibili presso il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, specificamente presso la Direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche, competente in materia di bonifiche, e che già provvede alle attività di perimetrazione dei Sin”, si legge nella nota tecnica che accompagna il provvedimento. La riperimetrazione dei Siti di interesse nazionale comporta il vantaggio di escludere dai siti le aree che ormai non presentano più problematiche ambientali e restituirle all’uso pubblico o industriale. Un riconoscimento in particolare per quei territori che hanno realizzato bonifiche con ricadute importanti in campo ambientale. Nel tempo, i Siti di interesse nazionale sono stati individuati con norme di varia natura e perimetrati mediante Decreto del Ministero dell’Ambiente, d’intesa con le Regioni interessate. La perimetrazione dei Siti di interesse nazionale può variare nel tempo, con incrementi o riduzioni delle superfici coinvolte sulla base di nuove informazioni sulla contaminazione potenziale o accertata. Secondo quanto censito dall’Ispra, attualmente la superficie a terra coperta dai Siti di interesse nazionale è di circa 170 mila ettari (pari allo 0,6% del territorio nazionale), mentre tra le aree a mare è di circa 77 mila ettari. 

Rifiuti da costruzione e demolizione: c’è tempo per rivedere i parametri per il riciclo 

Il Decreto Milleproroghe ha spostato al 4 maggio 2024 il termine per adeguare le autorizzazioni in possesso dei produttori di aggregati riciclati ai parametri del Decreto End of Waste. Un testo, quest’ultimo, che gli operatori di settore chiedono di modificare per scongiurare lo stallo della filiera della raccolta e avvio a riciclo dei rifiuti prodotti dai cantieri dell’edilizia e delle infrastrutture. Il provvedimento, in vigore dallo scorso novembre, punta infatti a promuovere il riciclo avanzato dei rifiuti finalizzato alla produzione di aggregati riciclati, ma nella realtà presenta profili di criticità tali da compromettere le principali operazioni di recupero, col rischio di arrivare al blocco degli impianti. Qualche esempio? I parametri relativi ad alcune sostanze come Ipa e cromo esavalente sono ritenuti talmente restrittivi da rendere quasi impossibile il riciclo. Dunque, il Governo prende tempo, per valutare se apportare le modifiche necessarie. Il testo di conversione del Milleproroghe contiene anche altri rinvii di scadenze in ambito ambientale: viene esteso fino alla fine del 2023 l’obbligo di notifica preventiva per le esportazioni extra Ue di rottami ferrosi introdotto con il decreto Ucraina bis, anche se limitatamente ai carichi superiori alle 250 tonnellate. Inoltre, c’è tempo fino al prossimo 31 dicembre per approntare il nuovo regolamento del Ministero dell’Ambiente sulle modalità di incentivazione del biometano previsto dal Decreto legislativo di recepimento della Direttiva Red II sulle energie rinnovabili.

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