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Fosforo: è necessaria una gestione sostenibile

materie prime critiche
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Il fosforo è una materia prima critica per l’Europa, che dipende completamente dalle importazioni estere. Sempre più critiche a causa della guerra in Ucraina. Recupero del fosforo da acque di scarico e fanghi di depurazione è fondamentale per una sua gestione sostenibile. Purtroppo, in Italia siamo ancora a zero.

 Con la guerra russa all’Ucraina e l’instabilità politica che ne deriva, l’Europa potrebbe andare incontro a una crisi del fosforo. Ritrovandosi a dover fare fronte sia a un forte rialzo dei prezzi di questa sostanza, che al blocco delle importazioni di fertilizzanti provenienti da Russia e Bielorussia. Una crisi non da poco, se si considera che il fosforo, insieme all’azoto e al potassio, è necessario alla crescita delle piante. Vitale in agricoltura e non sostituibile con altri elementi, il fosforo è ampiamente adoperato nei concimi e la sua disponibilità è strettamente collegata alla sicurezza alimentare. In natura il fosforo si trova all’interno dei minerali fosfatici presenti nella crosta terrestre; non rinnovabile, rientra per l’Unione europea nell’elenco delle materie prime critiche. L’Europa dipende quasi totalmente dalle importazioni da Paesi extra europei: al 100% per il fosforo elementare e all’84% per la roccia fosfatica. È tra l’altro molto basso il tasso di riciclo da prodotti a fine vita: il 17% per la roccia fosfatica e praticamente nullo per il fosforo elementare. La quasi totalità del fosforo elementare viene impiegata in Europa nell’industria chimica, per la produzione di fertilizzanti per l’agricoltura (82%) e, in via residuale, nel settore della metallurgia (5%) e dell’elettronica (5%). 

La Piattaforma europea del fosforo sostenibile 

A marzo di dieci anni fa l’Unione europea ha dato vita a una Piattaforma europea del fosforo sostenibile (ESPP), con l’obiettivo di definire una visione a lungo termine per la sostenibilità di questa risorsa nel territorio dell’Unione, tramite proposte politiche e la condivisione delle conoscenze. Le risorse mondiali di fosfati minerali sono limitate, ma la loro concentrazione geografica, la loro estensione e le possibilità di estrazione rimangono temi da approfondire e su cui non vi sono certezze. Le miniere di fosforo si trovano prevalentemente in Cina, negli Stati Uniti e in Marocco; mentre in Europa solo la Finlandia possiede moderate quantità di rocce fosfatiche. La necessità di materia prima e i ritmi di prelievo crescono rapidamente, a causa dell’aumento della popolazione mondiale e della sua crescente prosperità: sempre più fosforo è necessario per coltivare le piante destinate alla produzione di biocarburanti e all’alimentazione del bestiame. Ma la sfida della gestione sostenibile del fosforo non riguarda solo la questione dei fertilizzanti e della sicurezza alimentare, oltre a una serie di altri usi industriali e tecnici. Il fosforo è la principale sostanza che contribuisce all’eutrofizzazione e al deterioramento della qualità delle acque superficiali in gran parte d’Europa: il suo rilascio nell’ambiente provoca importanti problemi di inquinamento. La gestione del fosforo ha dunque a che fare anche con il trattamento delle acque e la gestione dell’azoto, l’erosione del suolo e la sua contaminazione, la gestione dei rifiuti alimentari. 

La Piattaforma italiana del fosforo 

Anche l’Italia, in linea con le istanze europee, ha la Piattaforma italiana del fosforo, di cui sono ripartite nei giorni scorsi le attività, grazie alla firma di un nuovo accordo di collaborazione biennale tra Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e Enea. Promossa nel 2019 dall’allora Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, la nostra Piattaforma si pone come principale obiettivo il raggiungimento dell’autosufficienza del ciclo del fosforo su base nazionale e il coordinamento con le politiche dell’Unione, tramite lo sviluppo di un modello di economia circolare. La Piattaforma è gestita da Enea in collaborazione con la Direzione generale economia circolare del Mase e la partecipazione è aperta a tutti i soggetti portatori di interesse della catena di valore del fosforo. La piattaforma ha il compito di individuare tecnologie, buone pratiche e strategie per la chiusura del ciclo su questa materia prima, fino all’elaborazione di un piano di sostenibilità a lungo termine. Queste, nel dettaglio, le finalità indicate dal Ministero: 

  • realizzazione di uno studio mirato al raggiungimento dell’autosufficienza del ciclo del fosforo;
  • raccolta delle migliori pratiche di recupero del fosforo dai rifiuti
  • raccolta e diffusione di informazioni riguardanti la filiera di approvvigionamento del fosforo;
  • messa a punto di proposte per incoraggiare il recupero del fosforo e prevenirne gli sprechi;
  • istituzione di un tavolo tematico sulla conservazione e il recupero del fosforo
  • realizzazione di un portale telematico per la raccolta e la pubblicazione delle attività inerenti alla gestione sostenibile del fosforo

Gestione sostenibile del fosforo: sono necessari recupero e riciclo 

Sviluppare strategie per il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio del fosforo è fondamentale, così come migliorare l’efficienza della sua lavorazione e il suo utilizzo nell’industria, in agricoltura, nell’allevamento e nel settore alimentare. Secondo alcune stime riportate dal Ministero dell’Ambiente, si potrebbe arrivare a un risparmio di almeno 60 milioni di euro all’anno attraverso il recupero del fosforo da fanghi civili, agroalimentari e reflui organici per destinarlo all’agricoltura. Ma, ad oggi, l’Italia ha un tasso di riciclo a fine vita del fosforo pari a zero e dà prova di scarsa efficienza nell’uso della risorsa. Il nostro Paese è quasi totalmente dipendente dalle importazioni; ogni anno importa oltre 400 mila tonnellate di fosforo dal Marocco, dove viene estratto in miniere, sempre più in profondità e con sempre maggiori impurità. Sul fronte del recupero del fosforo, migliori risultati sono stati raggiunti dalla Germania e dall’Olanda. Interessante anche il caso della Svizzera, che dal 2016, attraverso il recupero di fosforo dalle acque di scarico, dai fanghi di depurazione e dalle ceneri dei fanghi, e il suo riciclo, punta a chiudere il ciclo delle materie prime in questo settore, per arrivare a soddisfare autonomamente il proprio fabbisogno di fosforo.

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