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Il consumo di suolo visto con l’EcoAtlante

consumo di suolo
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L’EcoAtlante raccoglie le informazioni ambientali della banca dati Ispra e Snpa. Attraverso le mappe si può osservare, tra le tantissime informazioni, come il consumo di suolo avanza nel nostro Paese.

“Per la prima volta dati e mappe riguardanti temi ambientali di grande attualità sono riuniti in un unico luogo di facile consultazione”. Così Ispra spiega il senso dell’EcoAtlante. “Un luogo – racconta Adriana Angelini, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – dove è possibile conoscere storie, scoprire dati, mappe e grafici in grado di soddisfare molte delle curiosità che riguardano l’ambiente italiano”. Tra i numerosi dati e le mappe, ovviamente, anche quelli sul consumo di suolo, minaccia che nel nostro Paese cresce senza sosta.

Il consumo di suolo in Italia

La prima cosa da chiarire è il significato profondo della locuzione “consumo di suolo”. Che si tratti di suoli agricoli, naturali o seminaturali, che a causa alla cementificazione vengono impermeabilizzati e occupati da edifici o infrastrutture è chiaro. Meno scontate sono le implicazioni di questa trasformazione. “Il suolo è una risorsa limitata e, visti i tempi estremamente lunghi necessari alla sua formazione, non rinnovabile” spiega il Rapporto 2022 sul consumo di suolo del Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa). Le funzioni ecologiche che un suolo di buona qualità e in buona salute è in grado di assicurare sono essenziali alla nostra vita sul Pianeta. Garantiscono, infatti, diversi servizi ecosistemici: prodotti alimentari e biomassa, materie prime, regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’erosione, fertilità, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, riserva genetica, conservazione della biodiversità. Tutto questo viene minacciato o azzerato quando arriva il cemento. E questa minaccia, nel nostro Paese, corre. Spiega ancora il Rapporto Snpa che con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, e una velocità che supera i 2 mq al secondo, il consumo di suolo è tornato a crescere nel 2021 sfiorando in Italia i 70 kmq di nuove coperture artificiali in un solo anno. Il cemento ricopre ormai 21.500 kmq di suolo nazionale, di cui 5.400 kmq (un territorio grande quanto la Liguria) occupati solo da edifici, il 25% dell’intero suolo consumato. Tra il 2006 e il 2021 il Belpaese ha perso 1.153 kmq di suolo naturale o seminaturale a causa, principalmente, “dell’espansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali che, rendendo il suolo impermeabile, oltre all’aumento degli allagamenti e delle ondate di calore, provoca la perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici”.

Il consumo di suolo letto grazie all’EcoAtlante

L’avanzare inesorabile del cemento può essere osservato grazie all’EcoAtlante. Tra le centinaia di mappe che è possibile consultare, e costruire, sulla piattaforma, si trovano anche quelle sul consumo di suolo. Il plurale è d’obbligo, visto che è l’utente a costruire da sé la propria mappa, mettendo insieme diversi database restituiti come livelli (layer) della mappa. Si può scegliere, ad esempio, se visualizzare le statistiche regionali del 2020 oppure quelle comunali dell’anno in corso o ancora, il suolo consumato nel 2006. “Le mappe dell’EcoAtlante – racconta Michele Munafò di Ispra – ci permettono di leggere il territorio e vedere dov’è stato consumato più suolo negli ultimi anni”. Munafò ci guida a volo d’uccello sul territorio italiano su cui leggere proprio, grazie a colori che vanno dal verde chiaro (dove il consumo di suolo è stato più basso) al rosso fino al marrone (all’opposto), l’artificializzazione del territorio. Nell’Italia del nord, ad esempio, abbiamo “la Valle d’Aosta, che ha perso solo 10 ettari nell’ultimo anno, il valore più basso tra tutte le Regioni. O, al contrario, l’area della Lombardia o del Veneto, le due Regioni che hanno consumato più suolo, sfiorando, in Lombardia, i 900 ettari in un solo anno”, riferisce il ricercatore. Scendendo lungo lo Stivale arriviamo a Roma, “città che ha avuto una crescita importante negli ultimi anni: nel 2021 abbiamo avuto quasi 100 ettari di superfici artificiali solo all’interno del Comune. Grazie al lavoro svolto con Roma capitale – sottolinea Munafò – abbiamo potuto realizzare una mappa estremamente dettagliata dell’intero territorio, osservando che il 24% della superficie comunale è ormi coperto da edifici, infrastrutture e altre costruzioni”. L’EcoAtlante permette di visualizzare non solo la superficie cementificata, ma anche di vedere come si è trasformata. La superficie occupata da edifici, in Italia, in un solo anno è cresciuta di oltre 110 ettari. “Quella occupata dal fotovoltaico a terra ha avuto invece una crescita molto più ridotta – aggiunge il ricercatore – parliamo di circa 70 ettari in un anno”.

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