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La bonifica del SIN di Bussi una buona pratica internazionale

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Una delegazione del Ministero dell’Ambiente turco e dell’UNDP in visita presso il SIN di Bussi sul Tirino nell’ambito di un progetto finalizzato alla condivisione delle migliori pratiche internazionali in tema di bonifica dei siti contaminati. Con l’obiettivo di allineare la Turchia agli standard di gestione europei.

È arrivata fino al sito di bonifica Tremonti di Bussi sul Tirino, nel cuore d’Abruzzo, la delegazione partita da Ankara, composta da rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, dell’Urbanizzazione e dei Cambiamenti Climatici turco e del United Nations Development Program (UNDP), rete di sviluppo globale delle Nazioni Unite nata con lo scopo di favorire la risposta dei Paesi aderenti alle sfide poste dallo sviluppo globale e nazionale. La visita è stata organizzata nell’ambito del progetto “Identificazione e bonifica dei siti contaminati da inquinanti organici persistenti (POPs)”, co-finanziato da Turchia e Unione europea con l’obiettivo di migliorare la capacità della Turchia di attuare il Regolamento europeo sui POPs e la Strategia europea sulla contaminazione del suolo, condividendo le migliori pratiche internazionali in tema di gestione e bonifica di siti contaminati.

E in Abruzzo il sito di bonifica di interesse nazionale (SIN) di Bussi ha suscitato l’interesse della delegazione per l’applicazione del desorbimento termico. Una tecnologia considerata efficace per la bonifica degli inquinanti persistenti, innovativa e sostenibile sotto il profilo del consumo di suolo, ma ancora poco utilizzata.

Cosa sono gli inquinanti organici persistenti

Gli inquinanti organici persistenti (conosciuti con l’acronimo di POPs dall’inglese Persistent Organic Pollutants) sono composti organoclorurati, la cui produzione e utilizzo sono regolamentati  a livello internazionale dalla Convenzione di Stoccolma per i loro effetti potenzialmente nocivi sugli organismi viventi e sull’ambiente e la loro notevole resistenza alla biodegradazione. Dalla prima metà del secolo scorso i POPs sono stati utilizzati nella produzione di pesticidi, insetticidi, fluidi dielettrici e idraulici in macchinari industriali, condensatori e trasformatori e, più recentemente, nella produzione di ritardanti di fiamma e idrorepellenti. Inoltre, i POPs sono generati involontariamente in un’ampia gamma di processi industriali.

Cosa prevede la Convenzione di Stoccolma

La Convenzione di Stoccolma, adottata a Stoccolma nel 2001 nell’ambito del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ed entrata in vigore nel 2004, mira a proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti nocivi dei POPs.

La Convenzione prevede:

  • il divieto di produzione, utilizzo e commercializzazione dei POPs prodotti intenzionalmente, inclusa la loro importazione ed esportazione (allegati A e B della Convenzione stessa);
  • la continua riduzione, fino alla definitiva eliminazione, delle emissioni di POPs derivanti da produzione non intenzionale (allegato C);
  • la riduzione o l’eliminazione di emissioni di POPs provenienti dalle scorte e dai rifiuti;
  • la promozione di attività di ricerca, sviluppo e monitoraggio;
  • la collaborazione tra i Paesi che hanno ratificato il trattato.

La Convenzione è stata sottoscritta da 182 Paesi, tra cui l’Italia (con la Legge n. 93 del 12 luglio 2022), e attualmente include 39 sostanze, delle quali 29 nell’allegato A, 3 tra cui il DDT nell’allegato B e 7 sostanze prodotte ed emesse non intenzionalmente, tra le quali PCB e diossine, nell’allegato C.

Qual è la situazione sui POPs in Turchia

La Turchia ha firmato la Convenzione di Stoccolma nel 2001 e l’ha ratificata nel 2009 per vietare la produzione e l’uso di inquinanti organici persistenti. Ha poi rivisto l’inventario dei POPs e il Piano di implementazione nazionale nel 2013, quando sono stati aggiunti 9 nuovi POPs negli allegati della Convenzione. Nel 2018 il Ministero dell’Ambiente, dell’Urbanizzazione e dei Cambiamenti Climatici turco ha pubblicato il Regolamento POPs per garantire una migliore gestione dei rifiuti e dei siti contaminati e limitare produzione, uso, importazione ed esportazione di queste sostanze.

Il progetto “Identificazione e bonifica dei siti contaminati da POPs” mira al rafforzamento della capacità tecnica e istituzionale:

  • per la gestione e bonifica dei siti contaminati da POPs;
  • per l’identificazione e classificazione dei siti contaminati da POPs;
  • per la realizzazione dei Piani di emergenza in caso di indicente rilevante con conseguente rilascio di POPs.

La bonifica del SIN di Bussi sul Tirino

Le attività di bonifica dell’area Tremonti nel SIN di Bussi sul Tirino sono portate avanti da Edison, che dal 2016 ha realizzato un ampio piano di indagini per completare l’analisi delle sostanze presenti in superficie e nel sottosuolo e nel 2021 ha costituito Tre Monti, società specializzata nei servizi di bonifica dei terreni e delle acque sotterranee.

Il progetto di bonifica prevede lo scavo e smaltimento dei rifiuti per l’intero sito e, nell’area nord – se i risultati del test pilota in corso su una porzione di 400 mq saranno conformi alle aspettative – in un intervento di desorbimento termico preventivo alla rimozione dei materiali. Il desorbimento termico permette di trattare i contaminanti presenti in profondità, senza movimentazione del terreno: avvalendosi di sonde termiche, il suolo viene riscaldato fino a temperature di 100° C, determinando la vaporizzazione delle sostanze volatili e semi-volatili presenti, che vengono captate e convogliate all’interno di impianti di trattamento.

L’incontro tra la delegazione internazionale, gli operatori e le istituzioni impegnati nella bonifica del Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino è stato organizzato per trasferire conoscenze e capacità gestionali nel trattamento di questo tipo di inquinanti, nell’ottica della reciproca collaborazione tra i Paesi. La tappa era parte di un più ampio tour di 5 giorni, organizzato in Italia per la consolidata esperienza e comunità professionale in questo campo.

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Redazione

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