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SIN di Bussi: nell’area Tremonti si sperimenta il desorbimento termico

desorbimento termico
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Il desorbimento termico è una tecnologia innovativa e sostenibile, perché minimizza la movimentazione del terreno evitando ulteriore consumo di suolo, ma ancora poco utilizzata. All’interno del SIN di Bussi un progetto pilota ne testa l’efficacia su 400 mq.

L’area Tremonti, interna al SIN di Bussi sul Tirino (Pescara), è estesa circa 30mila metri quadri ed è geologicamente complessa, caratterizzata dalla presenza di materiali di riporto e rifiuti derivanti dall’evoluzione e dalla trasformazione del vicino polo chimico sulla coltre superficiale, che hanno impattato a vari livelli le matrici ambientali sottostanti. Edison opera sull’area dal 2016, prima con la realizzazione di un ampio piano di indagini volto a completare il lavoro di analisi delle sostanze presenti in superficie e nel sottosuolo, avviato dalla precedente gestione commissariale. Poi con la progettazione dell’intervento di bonifica. Il progetto di bonifica è stato autorizzato nel 2018 con decreto ministeriale ed è diventato operativo, grazie alla definizione degli obiettivi di bonifica e alle autorizzazioni locali, nel 2020. Da luglio 2021 Edison opera sull’area attraverso la società Tre Monti, specializzata nei servizi di bonifica dei terreni e delle acque sotterranee e nata dalla partnership tra Greenthesis, Herambiente, Edison e Sersys Ambiente. A Tre Monti è stato volturato il decreto ministeriale. La società stima che i lavori per risanare il territorio saranno completati in circa 4 anni. Le attività di bonifica consistono nello scavo e smaltimento dei rifiuti per l’intero sito e, nella porzione settentrionale, un intervento preventivo di desorbimento termico. Una tecnologia che ad oggi, in Italia, conta meno di una decina di impianti.

Per la bonifica dell’area Tremonti si utilizza il desorbimento termico

Il desorbimento termico è una tecnologia che permette di trattare i contaminanti presenti in profondità senza movimentazione del terreno, ma avvalendosi di sonde termiche infisse nel suolo, che lo riscaldano fino a temperature di 100° C. Raggiunta la temperatura di esercizio, le sostanze volatili e semivolatili presenti vengono vaporizzate, poi captate e convogliate all’interno di impianti di trattamento. Per essere certi dell’efficacia del trattamento di desorbimento termico per l’area Tremonti, dal mese di marzo sono state avviate le operazioni relative ad un modulo pilota su una porzione di 400 mq, che presenta la massima concentrazione di contaminanti in corrispondenza dei livelli torbosi e argillosi situati tra i 9 e i 14 metri di profondità, per un volume complessivo di terreno contaminato di 1.200 metri cubi. Allo stato attuale, l’area è stata delimitata tramite palancolatura e isolata superficialmente tramite un telo di copertura esteso 5 metri oltre il confine del palancolato; sono stati predisposti i pozzi di riscaldamento, estrazione e monitoraggio e i sistemi di dewatering finalizzati al drenaggio del terreno. È stato poi avviato il riscaldamento del terreno, che impiegherà 45 – 55 giorni per raggiungere la temperatura di esercizio (100°C). Per l’estrazione della massa contaminata saranno necessari 40 – 60 giorni e un paio di settimane per il raffreddamento dell’area di bonifica, dopo di che verrà effettuato il collaudo: se i risultati saranno conformi alle aspettative, l’intervento sarà esteso a tutta l’area nord del sito (full scale 5.200 mq). “Impiegare, negli anni a venire, tecnologie in situ come quella di desorbimento termico è assolutamente auspicabile – spiega Damiano Belli amministratore delegato di Tre Monti srl – È una tecnica affidabile e collaudata, applicabile a composti organici volatili e semivolatili, e adatta anche a terreni poco omogenei o con bassa permeabilità. Inoltre, è una tecnologia che minimizza la movimentazione dei terreni, evitando ulteriore consumo di suolo e rendendo possibile il trattamento dei terreni anche al di sotto di edifici esistenti”.

L’obiettivo della bonifica è raggiungere valori dei contaminanti al di sotto delle CSC

Le attività di scavo e rimozione dei rifiuti avviate a ottobre 2021 nella porzione meridionale dell’area procedono per fasce, dalla periferia verso il centro. Arta effettua poi le analisi dei fondi scavo, con l’obiettivo di verificare la decontaminazione delle aree, che viene raggiunta quando i valori dei contaminanti risultano al di sotto delle Concentrazioni soglia di contaminazione (CSC), il che significa che la presenza di contaminanti nel terreno deve essere compatibile con la sua destinazione d’uso, che per quest’area è quella di verde pubblico o privato. “La scelta delle migliori tecnologie di bonifica applicabili per un sito contaminato deve considerare sempre tre elementi fondamentali: l’utilizzo futuro dell’area oggetto di riqualificazione, un’approfondita valutazione e comparazione delle diverse tecnologie di intervento applicabili, il minor impatto ambientale delle modalità di intervento e la massimizzazione del recupero materiali. Il desorbimento termico in particolare – aggiunge Belli – permette di ridurre l’impatto in termini di movimentazioni dei terreni e l’invio a discarica di ingenti quantità di rifiuti, con un complessivo beneficio ambientale in termini di risparmio di emissioni di CO2 e di utilizzo del suolo.”

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Redazione

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