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La comunità del riuso si incontra su RE-sign

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Dare una seconda vita ai materiali di scarto, promuovere progetti di economia circolare e far incontrare professionisti del riuso. Questa è la filosofia di RE-sign, marketplace dell’usato.

Far circolare temi e prodotti con un approccio di economia circolare. È l’obiettivo di RE-sign, portale che dal 2020 promuove idee, progetti e storie professionali, ma che è soprattutto un marketplace di materiali di scarto, che possono essere riutilizzati in modo creativo invece di finire in discarica. Ne parliamo con uno dei fondatori: Marco Zanini.

Zanini come nasce il progetto RE-sign?

«Il progetto è nato nel 2019 partecipando a un bando del Comune di Varese. Siamo quattro soci, due architetti e due informatici, tutti residenti tra Milano e Varese. Da allora abbiamo iniziato a popolare il nostro sito con materiali da scambiare, comprare, vendere e pubblicato alcuni progetti. Il nostro obiettivo è quello di far diventare RE-sign un portale di riferimento nel settore dell’economia circolare, contribuendo a creare un immaginario intorno ai temi del recupero e del riciclo».

Cosa si può trovare su RE-sign?

«Siamo un marketplace dove si può vendere e comprare materiale di scarto che, per alcuni, rappresenta un ingombro, per altri una risorsa da valorizzare. Aziende e privati mettono sul mercato diversi materiali: piastrelle di maiolica e marmo, mattoni, finestre, carrucole. Il legno si presta benissimo a essere recuperato. Noi, come società, abbiamo messo a disposizione dei serramenti recuperati da una biblioteca che erano destinati allo smaltimento, ma che saranno utilizzati per creare la parete divisoria di una struttura abitativa. Mio padre dice che non mi sono inventato niente di nuovo. Mio nonno aveva un bagno con le piastrelle tutte diverse, scarti dei cantieri, e in passato i muri erano fatti un po’ con mattoni, un po’ con le pietre. Tutto materiale recuperato».

Il portale è anche un punto d’incontro per professionisti specializzati nel recupero dei materiali di scarto?

«Si è così. Stiamo implementando una sezione del portale con i profili dei professionisti più svariati: fabbri, falegnami, designer, che possono dare una mano nel recupero dei materiali di scarto. Un esempio concreto: l’artigiano che sa trasformare una persiana in un tavolo. Inoltre, vogliamo raccogliere più idee possibili sul tema del riuso e pubblichiamo idee progettuali a cui ispirarsi o da replicare. Ci sono tanti esempi: a Varese, dove abbiamo sede, c’è un bar che ha utilizzato le persiane per realizzare un controsoffitto. Oppure un bellissimo progetto di uno studio di architettura che ha riqualificato un edificio a Bruxelles, ricoprendolo di serramenti di recupero provenienti da diversi Paesi europei».

Qual è il mercato dei materiali di scarto?

«Pensiamo al gran numero di opere di riqualificazione in corso con il Decreto Superbonus. Lo smantellamento di una gran quantità di infissi e altre strutture produce tanti materiali che rischiano di trasformarsi in rifiuti. Noi cerchiamo di evitare questo finale, allungandone il ciclo di vita. E al nostro sito fanno riferimento non solo hobbisti, ma anche professionisti e grandi imprese che vogliono cedere o acquistare materiali, soprattutto in un periodo come questo con il prezzo delle materie prime alle stelle. Quello di RE-sign è una sorta di mercato di prossimità, quasi a chilometro zero. Un luogo dove trovare materiali che hanno un’identità e che raccontano storie: io, architetto, non parto più dall’idea e poi cerco il materiale. Faccio il percorso inverso e mi lascio ispirare. Il risparmio economico mi permette anche di essere barocco nella creazione, perché ho meno limiti di spesa e più materia prima a disposizione».

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Redazione

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