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Norma uni/ts 11820: cosa prevede la nuova normativa sulla sostenibilità

Una piccola piantina verde
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Sono passati poco di due anni dall’entrata in vigore nella norma UNI/TS, un importante strumento che ha permesso il nostro Paese di valutare il livello di circolarità. La sua elaborazione ha richiesto oltre due anni e mezzo di lavoro, con 42 riunioni, 122 commenti raccolti durante l’inchiesta pubblica preliminare e l’analisi di 40 casi studio. Sono numeri certamente impressionanti che ci danno un’idea precisa dell’importanza di questa norma, che ha introdotto un insieme di indicatori applicabili a livello meso e macro per misurare la circolarità di un’organizzazione o di un insieme di organizzazioni attraverso un sistema di rating.

La norma UNI/TS 11180, composta complessivamente da 58 pagine e consultabile sul sito dell’Ente Italiano di Normazione (UNI), propone un sistema di valutazione senza stabilire soglie minime di circolarità da raggiungere. Questo approccio lascia spazio a un periodo di sperimentazione, permettendo alle organizzazioni di familiarizzare con il modello. UNI aveva già anticipato in un primo momento che la norma sarebbe stata riesaminata ogni tre anni per eventuali aggiornamenti, e infatti ciò è accaduto proprio di recente. Vediamo dunque insieme tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.

Cos’è la norma uni/ts 1180

Rifiuti in un sacchetto bianco
La gestione dei rifiuti è uno dei criteri per la norma UN/TS 11820

Pubblicata il 30 novembre 2022, questa norma definisce una serie di indicatori utili per analizzare l’impatto ambientale delle attività, dei prodotti e dei servizi di un’organizzazione, offrendo un metodo strutturato per la valutazione e la rendicontazione della circolarità. La sua creazione è stato un passo fondamentale per rendere le aziende italiane il più sostenibili possibili, in un periodo storico in cui – per fortuna – l’attenzione nei confronti delle tematiche green è sempre più alta.

La UNI/TS 11820 si basa sui principi dell’analisi del ciclo di vita (LCA) e sull’analisi dei flussi di materiali e prende in considerazione alcuni aspetti cruciali quali le emissioni di gas serra, l’uso delle risorse naturali, la gestione dei rifiuti e il consumo energetico.

Gli indicatori previsti dalla norma sono 71 e sono suddivisi in sette categorie principali:

  • Materiali e componenti;
  • Risorse ambientali (acqua ed energia);
  • Gestione di rifiuti ed emissioni;
  • Logistica;
  • Prodotti e servizi;
  • Trasparenza e relazioni con gli stakeholder;
  • La sostenibilità sociale.

Gli indicatori vengono inoltre classificati in tre tipologie, in base alla loro obbligatorietà:

  • Core (obbligatori per tutte le organizzazioni);
  • Specifici (da compilare almeno per il 50%);
  • Premianti (facoltativi, ma comunque molto preziosi per migliorare il punteggio finale).

Dopo aver calcolato il proprio punteggio, le organizzazioni possono verificare la conformità ai criteri UNI/TS 11820 attraverso tre distinti livelli di valutazione:

  1. Prima parte – un’autovalutazione interna dell’azienda;
  2. Seconda parte – la verifica condotta da un fornitore qualificato;
  3. Terza parte – un audit esterno indipendente

La valutazione viene espressa in percentuale e misura il livello di circolarità per ciascun indicatore applicabile, consentendo alle aziende di monitorare e migliorare continuamente le proprie performance ambientali.

I vantaggi per le aziende

Tutte le imprese possono beneficiare in modo concreto da questa norma, e per di più a vari livelli. Grazie ad essa infatti, qualunque realtà aziendale può:

  • Ottimizzare i processi e ridurre i costi, migliorando l’efficienza operativa e sfruttando al meglio le risorse disponibili, con un impatto positivo sulla produttività e sui risparmi economici;
  • Monitorare i progressi attraverso indicatori concreti, raccogliendo dati misurabili che possono essere utilizzati per raccontare e valorizzare il percorso sostenibile dell’azienda tramite strategie di comunicazione mirate;
  • Accrescere la propria reputazione, migliorando la percezione del brand agli occhi di clienti, fornitori e partner commerciali;
  • Avanzare verso un modello di economia circolare, investendo in iniziative mirate, ottimizzando l’organizzazione interna e adottando pratiche più sostenibili nell’uso delle risorse produttive;
  • Favorire nuove opportunità di business, rafforzando le relazioni con fornitori e clienti, sviluppando collaborazioni strategiche e attirando investitori attenti ai criteri ESG.

Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante nel settore B2B, dove molte aziende sostenibili scelgono i propri fornitori in base a criteri etici, sociali e ambientali. Pertanto, lo standard UNI/TS 11820, al pari del bilancio di sostenibilità, diventa un importante strumento di credibilità per proporsi come partner in un mercato sempre più orientato verso la circolarità.

Le novità sulla Norma uni/ts 11820

Un moderno edificio di giorno
Le aziende devono adeguarsi alla nuova normativa UN/TS 11820 se vogliono vantarsi di essere davvero sostenibili

A due anni di distanza dalla sua nascita, come già anticipato, si è ritenuto consono aggiornare la normativa per adattarla in base alle indicazioni che sono state fornite da chi, negli ultimi tempi, l’ha sperimentata sul campo.

Il 14 novembre 2024 l’Ente Italiano di Normazione UNI ha dunque reso disponibile una versione aggiornata della specifica tecnica UNI/TS 11820, ideata per supportare le organizzazioni nella valutazione del proprio grado di circolarità.

In questo rinnovato contesto, la normazione tecnica riveste un ruolo chiave, offrendo strumenti condivisi e riconosciuti per valutare, verificare e comunicare le prestazioni di circolarità.

La nuova versione della specifica tecnica introduce miglioramenti significativi, frutto per l’appunto dei vari feedback raccolti negli ultimi due anni di applicazione. Le principali innovazioni riguardano:

  • Maggiore adattabilità: sono state aggiornate le modalità di calcolo del livello di circolarità e il parco indicatori, rendendo il documento più flessibile rispetto ai diversi contesti di applicazione;
  • Report di circolarità: i risultati devono essere organizzati in un documento strutturato, utile anche per i rendiconti di sostenibilità;
  • Introduzione delle soglie di cut-off: ispirate alle analisi del ciclo di vita, consentono di escludere elementi con impatto marginale, semplificando la raccolta dati e ottimizzando le risorse senza comprometterne l’affidabilità;
  • Allineamento con la norma ISO 59004: le definizioni sono state armonizzate con lo standard internazionale per l’economia circolare, migliorando coerenza e chiarezza nei calcoli degli indicatori;
  • Aggiornamento delle appendici: includono esempi pratici e procedure di verifica e validazione di terza parte, garantendo maggiore trasparenza e affidabilità dei risultati;
  • Certificazione con il Marchio UNI “Claim”: un riconoscimento che attesta la conformità ai requisiti UNI e valorizza l’impegno delle organizzazioni nel campo della sostenibilità.

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Alberto Muraro

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