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Sin Laghi di Mantova e Polo chimico: realizzato il 30% della bonifica in area Collina

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All’interno del Sin Laghi di Mantova e Polo chimico Edison ha realizzato attraverso Eni Rewind il 30% delle attività di bonifica previste per l’area Collina. Arpa e Provincia di Mantova hanno appena validato la conformità delle operazioni al progetto approvato.

Si è conclusa in questi giorni la prima fase della bonifica della subarea R1a della complessiva area cosiddetta “Collina”, spazio contaminato di estese dimensioni che si trova all’interno del sito industriale di Mantova. Gli interventi effettuati nella porzione sud‐est dello stabilimento petrolchimico di Mantova, sono stati progettati e realizzati per conto di Edison da Eni Rewind – la società ambientale di Eni – con la messa in campo di soluzioni tecniche di ingegneria strutturale innovative e complesse, e si affiancano a diversi altri progetti già in corso all’interno del polo chimico, con l’obiettivo del definitivo risanamento del sito. Per quanto riguarda nello specifico questo primo lotto della subarea R1a della “Collina”, sono state fin qui scavate 15 delle 41 celle in cui è stata suddivisa l’area nel suo insieme, con la rimozione di circa 70 mila tonnellate di rifiuti e terreni contaminati, equivalenti circa al 30% della rimozione totale prevista per questa sezione di progetto.

Il progetto di bonifica approvato dagli enti ha comportato la realizzazione di una cinturazione perimetrale finalizzata a isolare l’area per uno sviluppo di 2 chilometri, con 1.225 elementi metallici infissi nel terreno fino a 25 metri di profondità, e l’installazione di una tendostruttura (di 65 X 75 metri), che ha la duplice funzione di confinamento e di bilanciamento delle spinte sulla cinturazione perimetrale. La tendostruttura si muove lungo rotaie, in modo da seguire la sequenza degli scavi, che raggiungono mediamente gli 11 metri di profondità, e consente di eseguire i lavori evitando emissioni in atmosfera e assicurando totale sicurezza, perché al suo interno è garantito il ricambio di aria grazie a un impianto di trattamento. Il piano di lavoro complessivo dell’area prevede lo scavo e lo smaltimento di circa 250 mila tonnellate di materiali contaminati, che vengono poi conferiti in discariche italiane ed estere, o in impianti di termodistruzione autorizzati ubicati in Polonia, Germania e Francia. Le modalità operative di condivisione delle informazioni e della modulistica dedicata, oggetto di un accordo fra Provincia e Ditte, hanno permesso di effettuare un controllo puntuale, in tempo reale, su tutte le operazioni di gestione dei rifiuti. Una volta rimossi i rifiuti e i terreni contaminati, le celle scavate sono state sottoposte al previsto controllo di Arpa e Provincia, finalizzato a verificare la conformità delle operazioni svolte al progetto di bonifica approvato, e l’efficacia della rimozione degli stessi rifiuti e dei terreni contaminati. Successivamente a questo collaudo, lo scavo verrà riempito con terreno di cava certificato e la tendostruttura verrà spostata in funzione dell’avanzamento degli scavi.

Al termine della rimozione dei rifiuti su tutta l’area, la bonifica proseguirà con il completamento del risanamento della falda sottostante tramite bioremediation e ossidazione chimica. La prima è una tecnica di bonifica che sfrutta la naturale capacità dei microrganismi – presenti nel terreno o appositamente introdotti – di biodegradare le sostanze inquinanti; la seconda prevede l’iniezione nella matrice contaminata di un agente ossidante, che consente la trasformazione della struttura molecolare degli inquinanti, rendendoli più facilmente degradabili. Nell’area sono inoltre già attivi tre impianti di trattamento delle acque di falda, gestiti da Eni Rewind per conto di Edison, che integrano il sistema di risanamento complessivo dell’area in corso di bonifica. Il mantenimento delle misure di prevenzione e sicurezza, sotto il profilo ambientale e della salute dei lavoratori, è verificato dai monitoraggi ambientali al perimetro del cantiere e all’interno della tendostruttura, dai monitoraggi al punto di emissione dello spazio confinato e degli scarichi idrici, tramite i protocolli di tutela dei lavoratori, solo per citarne alcuni. Edison è attualmente attiva su diverse aree del Sin, realizzando attività di caratterizzazione, progettazione ed eseguendo indagini di dettaglio e operazioni di bonifica. In alcune aree, Edison opera in coordinamento con le società del gruppo Eni, in altri è subentrata ad esse nell’eseguire le attività di bonifica.

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Redazione

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