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Transizione energetica, possibile anche per il patrimonio culturale

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Le tecnologie per la produzione di energia pulita e il miglioramento dell’efficienza energetica possono essere integrate anche negli edifici storici e di interesse culturale. Politecnico di Milano, Museo di Capodimonte di Napoli e MAXXI di Roma lo dimostrano.

Sul cosiddetto Edificio 5 del complesso storico del Politecnico di Milano, realizzato tra il 1915 e il 1927, è stato sperimentato un sistema di tegole fotovoltaiche che riprendono le caratteristiche delle tegole marsigliesi della copertura originale; e sull’Edificio Trifoglio, progettato e realizzato da Gio Ponti tra il 1959 e il 1963, sono stati installati moduli fotovoltaici che non ne alterano la caratteristica sagoma tripartita. Mentre al Museo di Capodimonte di Napoli è in corso un progetto di riqualificazione dell’intero sistema di coperture della Reggia, con l’installazione di un impianto fotovoltaico, ma non solo. Il MAXXI di Roma, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, darà invece il via, a gennaio 2024, al cantiere pilota di un grande progetto di innovazione energetica, volto ad azzerare le emissioni di CO2 del complesso museale. Sono tre iconici esempi di come le tecnologie per la produzione di energia pulita possano essere applicate e integrate in edifici di interesse artistico, storico e archeologico. Una risposta, seppur parziale, alla domanda su come tutela e valorizzazione del patrimonio culturale possano coniugarsi con la transizione energetica, oggi indispensabile per contrastare il surriscaldamento del pianeta.

L’efficientamento energetico del Politecnico di Milano

Sui tetti del Campus Leonardo, nucleo storico del Politecnico di Milano, entro i primi mesi del 2024 verrà ultimata l’installazione di impianti fotovoltaici sovrapposti o integrati nelle coperture degli edifici esistenti, per un totale di 8.000 mq circa di superficie attiva e oltre 1.300 kWp, la potenza massima istantanea raggiungibile da un impianto. Una potenza che andrà ad aggiungersi ad altri 400 kWp, tra impianti già esistenti e installazioni su nuovi edifici in fase di costruzione. All’inizio del 2023 il Politecnico di Milano ha varato un piano di efficientamento energetico che prevede, tra gli interventi, l’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture con l’obiettivo di coprire il 15% del fabbisogno energetico ed evitare l’emissione di 850 t CO2 all’anno. Un progetto rilevante, non solo per la sua estensione, ma anche perché buona parte degli edifici è soggetta a vincolo per interesse culturale; e il caso del Politecnico ha consentito di sviluppare criteri di intervento applicabili al patrimonio architettonico sottoposto a tutela. Tra gli interventi di riqualificazione energetica, è esemplare il rifacimento di una falda dell’Edificio 5: i coppi di laterizio originali della copertura sono stati sostituiti da speciali tegole fotovoltaiche, con finitura esterna tale da conferire una colorazione identica a quella del manto originale, integrati in supporti di plastica riciclata dello stesso colore.

L’autosufficienza energetica del Museo di Capodimonte

Al Museo di Capodimonte, grazie al partenariato pubblico-privato realizzato attraverso il primo project financing in Italia per lo sviluppo e la riqualificazione museale, è in corso un progetto di transizione energetica e digitale. L’intero sistema di coperture della Reggia di Capodimonte sarà restaurato, con l’installazione di un impianto fotovoltaico architettonicamente integrato che consentirà l’autoproduzione del 90% del fabbisogno energetico. Il progetto prevede, inoltre, l’ampliamento e la riqualificazione dell’impianto di climatizzazione; un nuovo sistema di illuminazione sostenibile, teso alla valorizzazione delle collezioni; l’implementazione del sistema di videosorveglianza e della rete wi-fi. Questi interventi dovrebbero consentire, oltre all’autoproduzione di elettricità, un risparmio energetico complessivo di oltre il 20%, di cui oltre il 50% solo per l’illuminazione. Nell’ambito del progetto “Grande Capodimonte 2025”, la Reggia sarà dotata di nuovi spazi, con l’ottimizzazione di quelli esistenti attraverso l’utilizzo di strategie digitali finalizzate alla tutela, alla valorizzazione e alla comunicazione. Inoltre, il masterplan della direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte ha già portato al recupero del disegno architettonico del giardino storico alla francese e al ripristino del giardino all’inglese, del sottobosco e di altre aree a verde, oltre alla realizzazione di un impianto di irrigazione dei giardini che consente la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana, con un risparmio dell’80% delle risorse idriche.

La conversione energetica del MAXXI

Il progetto “Grande MAXXI” prevede una serie di azioni volte a trasformare il MAXXI in un museo a zero emissioni. In particolare, sono tre le aree di innovazione: la sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore; interventi di efficientamento energetico e integrazione di tecnologie fotovoltaiche; interventi di efficientamento dell’illuminazione all’interno e all’esterno del museo. Interventi che garantiranno al complesso un risparmio energetico stimabile, al momento, in una riduzione del 20%. La conversione energetica sarà realizzata nel pieno rispetto dei manufatti esistenti: le vecchie caserme che oggi ospitano gli uffici, la biblioteca e il ristorante del museo e l’edificio progettato da Zaha Hadid. L’integrazione del fotovoltaico con le coperture dell’opera architettonica innovativa e spettacolare disegnata da Hadid rappresenta la sfida principale; l’ipotesi sviluppata è il ricorso combinato a diverse soluzioni tecnologiche, che rispettino l’alternarsi di superfici opache e vetrate che connotano forma e funzioni dell’edificio.

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