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Allarme FAO sullo stato dei suoli neri

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Crisi climatica, perdita di biodiversità, cambiamento di uso e pratiche di gestione non sostenibile minacciano la salute dei suoli neri, fondamentali per la sicurezza alimentare. Per la Fao è necessario stringere un accordo globale per la loro tutela.

I suoli neri, terreni ricchi di carbonio e altamente fertili, essenziali per l’approvvigionamento alimentare globale, sono più che mai minacciati dalla crisi climatica, dalla perdita di biodiversità e dal cambiamento d’uso del suolo. L’allarme arriva dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), che ha pubblicato il suo primo Rapporto globale sui suoli neri: Global status of black soils, esortando Governi e agricoltori a una loro gestione sostenibile.

Gestione non sostenibile e uso eccessivo di pesticidi mettono a rischio i suoli neri

Il Global status of black soils evidenzia che la maggior parte dei suoli neri ha perso metà delle scorte di carbonio organico e soffre di processi di erosione da moderati a gravi, oltre che di squilibri dei nutrienti, acidificazione, compattazione e perdita di biodiversità del suolo. I terreni neri sono caratterizzati da uno strato ben identificabile di suolo spesso e scuro, ricco di materia organica. Si trovano prevalentemente in Russia (327 milioni di ettari), Kazakistan (108 milioni), Cina (50 milioni), Argentina (40 milioni), Mongolia (39 milioni), Ucraina (34 milioni), Stati Uniti d’America (31 milioni), Colombia (25 milioni), Canada (13 milioni) e Messico (12 milioni). Per decenni, questi terreni hanno svolto un ruolo chiave nella produzione agricola globale di cereali, tuberi, semi oleosi, pascoli e sistemi foraggeri; senza dimenticare la loro importante funzione nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici, perché contengono l’8,2% delle scorte di carbonio organico del mondo e possono fornire il 10% del potenziale di stoccaggio dello stesso. A metterli seriamente a rischio, oltre al cambio di destinazione d’uso da pascoli naturali a sistemi di coltivazione – circa il 31% dei terreni neri del mondo è coltivato – sono le pratiche di gestione non sostenibili e l’uso eccessivo di prodotti agrochimici. Con conseguenze che rischiano di essere drammatiche spiega la Fao, che ha istituito la Rete internazionale dei suoli neri.

La perdita di fertilità dei terreni provoca bassi rendimenti agricoli e mancanza di nutrienti

Il 95% del cibo che mangiamo – secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite – proviene direttamente o indirettamente dai nostri suoli, che hanno la straordinaria capacità di immagazzinare, trasformare e riciclare i nutrienti di cui tutti abbiamo bisogno per sopravvivere, permettendo alla vita di continuare. Dei 18 nutrienti essenziali per le piante, 15 sono forniti dal suolo, a condizione che si mantenga sano. Tuttavia, quasi un terzo dei terreni del mondo è già degradato e la perdita di fertilità del suolo significa che la terra è meno produttiva e molti cereali, verdure e frutta non sono così ricchi di vitamine e nutrienti come lo erano 70 anni fa. Inoltre, i piccoli agricoltori, soprattutto nei Paesi vulnerabili dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia, non hanno accesso ai fertilizzanti organici e inorganici e stanno affrontando un aumento del 300% dei prezzi dei fertilizzanti; la perdita di fertilità del suolo provoca bassi rendimenti delle colture e raccolti scarsi, portando malnutrizione e povertà per le popolazioni locali. “Oggi la ridotta disponibilità e l’impennata dei prezzi dei fertilizzanti stanno portando a un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e all’insicurezza alimentare”, ha detto il direttore generale della Fao Qu Dongyu in occasione della presentazione del rapporto. “Dobbiamo lavorare insieme per produrre alimenti sicuri e ricchi di micronutrienti in modo sostenibile – ha aggiunto – evitando il degrado del territorio, limitando le emissioni di gas serra e riducendo l’inquinamento dei sistemi agroalimentari”.

La gestione sostenibile dei suoli neri contribuisce agli obiettivi dell’Agenda 2030

La Fao definisce due obiettivi principali: la conservazione della vegetazione naturale sui suoli neri, come praterie, foreste e zone umide, e l’adozione di approcci di gestione sostenibile dei suoli neri coltivati. Una delle principali raccomandazioni fornite è l’istituzione di un accordo globale per la gestione sostenibile (per la conservazione, la protezione e la produzione) dei suoli neri. La gestione sostenibile dei suoli neri contribuisce agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare il primo “Nessuna povertà”, il secondo “Fame zero”, e altri come il tredicesimo “Azione per il clima”, il quindicesimo e il diciassettesimo, rispettivamente “Neutralità del degrado del suolo” e “Partenariati per gli Obiettivi”. Il documento è inoltre allineato con i quattro obiettivi del Quadro strategico Fao 2022-2031: una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno.

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