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I cittadini fanno rete nella Terra dei fuochi

Terra dei fuochi
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Intervista a Vincenzo Tosti della Rete di cittadinanza e comunità, una delle realtà più attive nel denunciare i fenomeni del traffico e dello smaltimento illecito dei rifiuti nella Terra dei fuochi

“La Terra dei fuochi non è solo un luogo della Campania, ma ogni luogo in Italia nel quale bruciano le speranze e la salute delle persone. Penso a Taranto, a Brescia e a diversi luoghi della Sicilia”. Vincenzo Tosti è uno dei volti più noti della Rete di Cittadinanza e Comunità Terra dei fuochi, espressione che identifica una vasta area tra la parte Nord della provincia di Napoli e quella Sud di Caserta, caratterizzata da un inquinamento pesante dei terreni, delle acque superficiali e di falda, delle colture e degli allevamenti, con conseguenti danni ambientali e sanitari. In questa intervista parla dell’organizzazione e delle sfide ancora da fronteggiare.”

Intanto perché una rete e non un comitato o un’associazione?

“Perché nella nostra rete confluiscono tante esperienze: gruppi più o meno organizzati, professionisti, singoli cittadini. Ci confrontiamo portando idee e competenze, con l’obiettivo di restare aggiornati e scegliere le iniziative prioritarie”.

Qual è la situazione attuale del territorio?

“Ci sono evidenti criticità per il suolo e il sottosuolo causate dallo smaltimento abusivo dei rifiuti solidi e liquidi, oltre che da una contaminazione da diossina legata alla combustione illecita. Sulla pagina Facebook dell’associazione (https://www.facebook.com/Rete-di-Cittadinanza-e-Comunit%C3%A0-278540365842457) vengono riportati costantemente video dei roghi e vengono ospitate le segnalazioni dei cittadini. Tuttavia, nel 2012, l’area è stata esclusa dal programma nazionale di bonifiche e la competenza è passata alla Regione”.

Intanto nei mesi scorsi l’Istituto superiore di sanità ha certificato quello che le associazioni del territorio affermavano da tempo: esiste una “relazione causale” o di “concausa” tra il disastro ambientale avvenuto negli ultimi decenni nella Terra dei Fuochi e l’insorgenza di tumori e malformazioni congenite. Quanto è coinvolta la cittadinanza su questi temi?

“In Campania il tema ambientale è fortemente sentito, dato che di roghi irregolari e danni alla salute delle persone si parla da anni. Ma mi lasci dire una cosa: è sbagliato confinare la Terra dei fuochi a un luogo fisico. È una condizione che accomuna molti territori della nostra Penisola. E aggiungo che i roghi sono solo il risultato più facile da percepire; ci sono molti altri modi per smaltire illegalmente i rifiuti industriali”.

Si tratta anche di uno dei business più profittevoli della malavita. Combattere lo smaltimento illegale dei rifiuti significherebbe togliere il terreno sotto i piedi della camorra. Le rilevazioni più recenti dicono che le segnalazioni di cittadini e associazioni sono in crescita, ma i roghi non si fermano.

“Sarebbe sbagliato limitarci a considerarlo solo un business della camorra. L’impresa che sceglie di affidare lo smaltimento dei propri rifiuti a chi le offre prezzi stracciati, chiaramente insostenibili, è complice del crimine. Si tratta di un punto sul quale occorrerebbe maggiore consapevolezza da parte dell’opinione pubblica per fare pressione su tutti gli anelli della catena”.

Quali sono i temi sui quali siete maggiormente impegnati?

“Al Governo nazionale chiediamo l’inasprimento delle pene per la gestione illecita dei rifiuti. Inoltre, è urgente completare la mappatura di tutti i siti inquinati: non solo in Campania, ma nell’intera Penisola. Per farlo, occorrono controlli a tappeto, mentre finora si è proceduto a macchia di leopardo per la carenza di risorse economiche”.

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