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Riqualificazione dei siti orfani a un punto di svolta

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È stato pubblicato il Piano d’azione per la riqualificazione de siti orfani del Ministero della Transizione ecologica, finalizzato a raggiungere l’obiettivo previsto dal Pnrr di risanare il 70% delle aree contaminate italiane senza un responsabile della bonifica entro il 2026.

È stato compiuto un passo fondamentale nel percorso per il risanamento dei siti orfani, vale a dire i siti contaminati in cui il responsabile dell’inquinamento non è individuabile oppure, se accertato, è inadempiente: non provvede alla bonifica o non ha concluso le attività. E in sua vece non interviene nemmeno il proprietario del terreno. Si tratta per lo più di siti industriali o minerari dismessi, discariche abusive, che se lasciate in stato di abbandono rappresentano una minaccia per l’ambiente e per la salute delle persone. 

Il Pnrr stabilisce l’obiettivo di risanare il 70% dei siti orfani in Italia entro il 2026

Il 12 ottobre è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il Decreto 4 agosto 2022 del Ministero della Transizione ecologica che contiene il “Piano d’azione per la riqualificazione dei siti orfani in attuazione della misura Missione 2, Componente 4, Investimento 3.4, del Pnrr”. Proprio il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene infatti una dotazione di 500 milioni di euro destinati al risanamento dei siti orfani. Obiettivi del Decreto sono l’individuazione dei siti orfani in tutte le Regioni e Province autonome e degli interventi finalizzati a ridurre l’occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano: dalla messa in sicurezza di emergenza, al piano di caratterizzazione, l’analisi di rischio, la messa in sicurezza permanente, la messa in sicurezza operativa e il progetto operativo di bonifica. Il Pnrr fissa l’obiettivo di risanare il 70% dei siti orfani presenti in Italia entro il 2026. Tra i criteri per la bonifica dei siti orfani fissati dal decreto del Mite n.15 del 23 febbraio 2022, che ha sostanzialmente aperto le porte all’ultimo provvedimento normativo, ci sono il rispetto degli obiettivi e la coerenza coi principi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché le prescrizioni per la gestione dei progetti, per i controlli e le verifiche. In caso di mancato rispetto degli obblighi e degli impegni finalizzati all’attuazione del Pnrr, compresa la mancata adozione di atti e provvedimenti necessari all’avvio degli interventi, ovvero il ritardo, l’inerzia o la difformità nell’esecuzione dei progetti, è previsto il ricorso ai poteri sostitutivi.

In Italia sono le Regioni a dover gestire le bonifiche dei siti orfani

La scelta italiana di affidare a Regioni e Province autonome un ruolo centrale nella bonifica dei siti orfani non segue l’approccio adottato dalla maggior parte dei Paesi europei, che hanno invece istituito un organismo unico per la gestione dei siti contaminati, con l’obiettivo di seguire una politica comune in sede di risanamento, pur lasciando spazio alla possibilità di adeguamento alle specifiche situazioni dei luoghi. L’Unione Europea si limita a suggerire in questo ambito delle linee guida, che portano a differenze profonde nelle applicazioni nazionali.

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