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Zone umide: perché è importante tutelarle

World Wetlands Day
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Le aree umide sono l’habitat del 40% delle specie animali e vegetali esistenti e contribuiscono a mitigare il cambiamento climatico, catturando e immagazzinando carbonio e riducendo le conseguenze degli eventi climatici estremi. La Giornata mondiale delle zone umide ci ricorda l’importanza di tutelarle.

Paludi e torbiere, aree inondate e acquitrini, oasi ed estuari. Sono alcune delle tipologie più diffuse di aree umide, di cui si celebra il 2 febbraio la Giornata mondiale, istituita dall’Onu nel 1997. La data non è casuale: si tratta del giorno in cui nel 1971 è stata firmata a Ramsar (Iran) la Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale. Finora sono 170 i Paesi che vi hanno aderito, con circa 2.600 aree individuate come cruciali, pertanto da preservare.

Zone umide: perché sono importanti

La Giornata mondiale delle zone umide è un’occasione per sottolineare l’importanza di questi ecosistemi, indispensabile per gli esseri umani (sono circa un miliardo le persone che vivono in aree che dipendono dalle zone umide per il loro sostentamento) e la natura. Sebbene coprano solo il 6% circa della superficie terrestre, le aree umide sono l’habitat naturale del 40% delle specie animali e vegetali viventi. Inoltre, le zone umide sono una soluzione naturale al cambiamento climatico. Le torbiere, le mangrovie e le praterie marine sono i pozzi di assorbimento di carbonio più efficienti sulla Terra, in grado di catturare e immagazzinare il doppio del carbonio rispetto a quanto fanno le foreste di tutto il mondo messe insieme. Di contro, quando queste aree vengono prosciugate e distrutte, vengono emesse grandi quantità di carbonio. Casi non rari, dato che si tratta di uno degli ecosistemi più impattati dalla crescita della popolazione e dalle attività produttive. Tra le più dannose, il drenaggio e il riempimento delle aree per uso agricolo o di sviluppo edilizio, lo sfruttamento eccessivo delle risorse, ad esempio per la pesca o l’inquinamento. Negli ultimi 50 anni le zone umide si sono ridotte di oltre un terzo a livello globale. Con conseguenze negative anche in termini di adattamento ai cambiamenti climatici: di fronte all’innalzamento del livello del mare, le zone umide costiere riducono l’impatto di uragani e tsunami, ancorano la costa e resistono all’erosione.

Gli eventi organizzati per la Giornata mondiale delle zone umide

“Rivitalizzare e ripristinare le zone umide degradate” è lo slogan scelto per l’edizione 2023della Giornata mondiale delle aree umide, a sottolineare l’importanza del ripristino di questi habitat, chiamando a raccolta istituzioni, cittadini e capitali per concretizzare l’obiettivo. In Italia le zone umide di importanza internazionale riconosciute dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sono 57, distribuite tra 15 Regioni, per un totale di quasi 74mila ettari: dal Lago di Mezzola in Lombardia a Valle Santa in Emilia-Romagna, dalla palude di Colfiorito in Umbria al Lago dei Monaci nel Lazio, dallo stagno di Cagliari al Lago di Barrea in Abruzzo, passando per la valle Cavanata in Friuli Venezia Giulia e le sei zone dell’oristanese. Proprio a Oristano la Lipu, in collaborazione con l’Istituto tecnico industriale statale “Othoca”, organizza una visita guidata al Laboratorio multimediale delle zone umide dell’oristanese, ospitato all’interno della scuola e dotato di attrezzature multimediali che permettono di ricreare l’ambiente lagunare, così che il visitatore abbia l’impressione di entrarne in contatto. Anche Legambiente ha un ricco calendario di eventi organizzati in occasione della Giornata mondiale delle aree umide: escursioni guidate, convegni, birdwatching e videoconferenze. I volontari del circolo di Monza si dedicheranno alla manutenzione della sponda sinistra del Lambro nell’Oasi di Piazza Castello. Mentre a Bari è in programma un seminario su questi ambienti naturali al Varco Brigata Regina, seguito da una passeggiata all’interno dell’area, durante la quale sarà possibile ammirare gallinelle d’acqua e cormorani. Domenica 5 febbraio, il circolo Legambiente di Palermo ha in programma una visita guidata alla sorgente di Altofonte, con un’escursione lungo la valle del fiume Oreto.

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