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Energia da rinnovabili in calo e ambiente in crisi nel rapporto Bes dell’Istat

rapporto Bes dell’Istat
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Il quadro generale del Benessere equo e sostenibile, secondo gli ultimi dati pubblicati nel rapporto Bes dell’Istat, è in miglioramento. Ma si evidenziano forti disuguaglianze tra le regioni e due settori sono in controtendenza: Ambiente e Sicurezza.

Il rapporto Bes dell’Istat misura il benessere equo e sostenibile. Questo rapporto è giunto alla sua undicesima edizione. È realizzato attraverso l’analisi di 152 indicatori, che valutano l’andamento della società non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale, ed è articolato in 12 “domini” o capitoli, che tracciano un quadro multidimensionale della società italiana, con particolare riguardo alle diseguaglianze e alla sostenibilità.

Un dominio del rapporto Bes è dedicato all’ambiente; analizza lo sviluppo delle fonti rinnovabili e della transizione energetica, oltre che i livelli di inquinamento dell’aria e di emissioni di gas serra, la gestione dei rifiuti, il consumo di suolo e le perdite idriche, senza dimenticare i siti contaminati oggetto di bonifica e l’andamento delle temperature.

Ad eccezione degli indicatori sulla produzione di rifiuti urbani, il quadro ambientale dipinto dal rapporto Bes dell’Istat è in peggioramento. Solo quattro dei 16 indicatori di Ambiente migliorano nell’ultimo anno a fronte dei sette che peggiorano. Peggiorano inoltre gli indicatori relativi al meteo clima. “Le molteplici azioni messe in campo nel nostro Paese per avviare la transizione ecologica non hanno prodotto ancora i risultati auspicati”, si legge nel rapporto. “Diversi indicatori mostrano come la ripresa delle attività economiche e sociali, successiva alla crisi pandemica, abbia concorso all’aumento delle pressioni sull’ambiente e – conseguentemente – dello stato dell’ambiente stesso”.

Rapporto Bes dell’Istat: peggiora la qualità dell’aria

Nel 2022, rispetto all’anno precedente, peggiora la qualità dell’aria (76,2% di superamenti della soglia di riferimento, contro il 71,7% del 2021), dopo un periodo di costante miglioramento; aumentano le emissioni di CO2 e degli altri gas effetto serra prodotte dalle attività economiche e dalle famiglie, che tornano ai livelli del 2019 (7,3 tonnellate per abitante in entrambi gli anni).

Cala l’energia rinnovabile

Diminuisce la produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, geotermico, eolico, fotovoltaico, termico da biomasse). Nel 2022 il consumo di energia elettrica generata da fonti rinnovabili è il 30,7% del consumo interno lordo, contro il 35,1% del 2021 e il 34,9% del 2019. Un calo da attribuire soprattutto alle difficoltà riscontrate dal settore idroelettrico, la cui produzione di energia si è attestata sui 10,5 miliardi di kWh, con una variazione del -37,4% rispetto al 2021.

Le cause sono l’assenza di neve e la riduzione delle precipitazioni piovose. Nel dettaglio, il rapporto Bes dell’Istat evidenzia che l’eolico ha visto una leggera contrazione (-1,9% rispetto al 2021, con 20,5 miliardi di kWh prodotti), mentre le bioenergie hanno registrato una variazione del -7,6% (con17,6 miliardi di kWh prodotti). In flessione anche la produzione da geotermia, con 5,8 miliardi di kWh, pari al -1,3%. Cresce, invece, la produzione da fotovoltaico, che ha toccato il record di 28,1 miliardi di kWh (+12,3%). A livello geografico, nel Mezzogiorno la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili, rispetto al consumo interno lordo, dal 2011 è sempre più elevata rispetto alle altre ripartizioni e alla media nazionale. Nelle regioni del Nord e del Centro, i valori percentuali scendono, invece, ai livelli registrati prima del 2013.

Stabili consumo di suolo, perdite idriche e bonifiche

Non migliorano il consumo di suolo (7,14% della superficie complessiva, contro il 7,11% nel 2021 e 7,07% nel 2019) e la dispersione di acqua potabile dalle reti comunali di distribuzione, il cui alto livello rimane stabile tra il 2020 e il 2022, confermando lo stato di inefficienza di molte reti di distribuzione. Nel 2022, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua è di 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,4% dell’acqua immessa in rete. Per quanto riguarda i siti contaminati oggetto di bonifica, invece, l’apparente miglioramento è dovuto alla revisione delle perimetrazioni dei siti. Le variazioni lasciano tuttavia immutata la situazione delle aree contaminate in Italia. Il Piemonte (88.132 ettari) rimane la regione maggiormente interessata dal grave problema della contaminazione dei suoli, seguito da Sardegna (29.903 ettari), Lombardia (19.460 ettari), Friuli-Venezia Giulia (14.471 ettari), Puglia (12.780 ettari) e Toscana (11.717).

Rapporto Bes dell’Istat: diminuiscono i rifiuti urbani

Fa eccezione il miglioramento degli indicatori sulla produzione di rifiuti urbani e sul loro conferimento in discarica (17,8% dei rifiuti urbani prodotti). In particolare, quest’ultimo indicatore risulta in costante diminuzione a livello nazionale nonostante la gestione del conferimento a livello regionale sia fortemente differenziata. Nel 2022, la produzione di rifiuti urbani in Italia si attesta su 29,05 milioni di tonnellate (-1,8% dell’ammontare complessivo rispetto al 2021), pari a 492 chilogrammi per abitante (-8,2 kg/ab.), contro 500,5 nel 2021 e 503 del 2019.

Crescono le temperature e gli eventi estremi

Nel 2023, gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti in termini di estremi di temperature (massima, minima e media) e di distribuzione eterogenea delle quantità di precipitazione rispetto al periodo climatico di riferimento, come si evince dagli indicatori sui fenomeni estremi connessi all’intensità del caldo (+36 giorni rispetto al periodo di riferimento 1981-2010) e al prolungarsi degli eventi siccitosi (+5,5 giorni consecutivi senza pioggia). La preoccupazione dei cittadini per i cambiamenti climatici (70,8% di persone di 14 anni e più) e l’indicatore di soddisfazione per la situazione ambientale (69,1%) si confermano su livelli simili al 2019. La preoccupazione per la perdita di biodiversità, invece, rimane superiore rispetto al 2019, nonostante la diminuzione rispetto al 2022 (23,0%, contro il 23,9% del 2022 e 22,2% del 2019).

Bes, insieme positivo ma con forti disuguaglianze regionali

Va sottolineato che, contrariamente al dominio Ambiente e a quello Sicurezza – dove sono in peggioramento tutti gli indicatori sui reati predatori e la percezione del rischio di criminalità nella zona in cui si vive – nell’insieme l’andamento degli indicatori dell’ultimo rapporto Bes è prevalentemente positivo. Poco più del 50% dei 129 indicatori per cui è possibile il confronto sono migliorati rispetto all’anno precedente, il 28,7% è su livelli peggiori, il 17,8% risulta stabile, e la percentuale di persone che valutano tra 8 e 10 la loro soddisfazione per la vita di tutti i giorni tocca il 46,6%, valore più alto di sempre. Permangono tuttavia forti disuguaglianze tra le regioni; la più alta, nell’ultimo anno di riferimento dei dati, si osserva nei domini Benessere economico e Paesaggio e patrimonio culturale, seguiti da Ambiente.

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