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I 3 metodi migliori per il riciclo del plexiglass

Riciclo del plexiglass: sedie in polimero presso uno stadio
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Il plexiglass è un materiale molto recente e ampiamente utilizzato. Esso, infatti, presenta numerose invidiabili caratteristiche. Estremamente versatile, si presenta come solido, sicuro, resistente e – cosa che forse non tutti sanno – riciclabile. Non è affatto raro riuscire a trasformare, in tutta semplicità, oggetti che potrebbero essere considerati rifiuti in preziosi elementi di arredo o design. Come è possibile portare avanti il riciclo del plexiglass? Qual è il metodo migliore per riutilizzare questo diffusissimo materiale ed evitare che venga disperso nell’ambiente? Scopriamolo nelle prossime righe.

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Come si ricicla il plexiglass?

Grazie ad un processo termico, il metacrilato di metile (MMA), ovvero la molecola principale nella costituzione del plexiglass, viene restituito come nuovo, in forma pura al 99%. Il ciclo è integralmente a impatto zero. La rigenerazione, se così vogliamo definirla, si realizza a circuito chiuso. Tutti i sottoprodotti vengono riutilizzati all’interno del ciclo produttivo. Un altro metodo di riciclo attuato da alcune aziende italiane è l’utilizzo degli scarti di lavorazione del plexiglass. Tramite due successivi processi di macinazione e lavaggio si preparano vari tipi di lastre, differenti a seconda degli impianti di produzione presso cui saranno inviati.

Optare per il riciclo e riuso spiana la strada a un utilizzo socialmente più responsabile del plexiglass. Smaltire correttamente significa infatti poter ottenere nuovo materiale. In Italia alcune delle più grande aziende si sono già attrezzate per rendere la gestione del rifiuto quanto più possibile compatibile con l’ambiente. Oggi più che mai dobbiamo limitare il consumo di materie prime provenienti da risorse non rinnovabili.

Gli occupati nel settore del plexiglass farebbero bene ad abbracciare pienamente la causa della sostenibilità e della consapevolezza ecologica. Gli scarti di lavorazione possono essere inviati presso ditte specializzate, autorizzate e capaci a raccoglierlo in grandi quantità, trasformandolo in lastre di polimetilmetacrilato (PMMA), idonee a essere rilavorate.

Riciclo del plexiglass: 3 possibilità per riusarlo

Una volta che avremo ottenuto le lastre di plexiglass riciclate saremo, di fatto, pronti a riutilizzarle per farne quel che preferiamo. Sarà possibile impiegarle per pressoché ogni destinazione d’uso per la quale si sceglie il polimero nuovo. Di seguito, abbiamo elencato tre possibili modi di riusare il materiale per realizzare prodotti che ci sono utili nella quotidianità. I suoi vantaggi sono evidenti a chiunque: si tratta di un metacrilato che possiede l’eleganza del vetro e una resistenza superiore. I suoi pregi sono numerosi: trasparenza, flessibilità, infrangibilità e resistenza prolungata agli agenti atmosferici. Non deve dunque stupire che il plexiglass sia così apprezzato in numerosi settori.

Riciclo del plexiglass: uno skate blu
Uno skateboard blu ottenuto dal riciclo di plexiglass

Tavoli e sedie dal design moderno

Tra le tendenze di arredo va molto forte il cosiddetto modern style. Si tratta di uno stile contraddistinto da linee pulite, colori tenui e arredi essenziali. La parola d’ordine è funzione. Gli oggetti e gli elementi scelti sono generalmente in acciaio o in plastica, dotati di pochi fronzoli perché pensati principalmente per asservire al loro scopo. In questo stile sono molto utilizzate sedie e tavoli in plexiglass. La trasparenza del materiale garantisce un maggiore passaggio di luce all’interno degli oggetti e contribuisce alla luminosità ambientale.

Si utilizza inoltre, con buona frequenza, una variante opaca, o colorata, del materiale. Tra i particolari vantaggi dell’arredo in plexiglass, come si segnalava, c’è la loro resistenza agli agenti atmosferici. Ciò significa che è possibile utilizzarli per arredi esterni, dal momento che il loro aspetto non sarà toccato dalla violenza del meteo e si manterrà inalterato nel corso del tempo.

Targhe da ufficio in plexiglass riciclato

Numerosi professionisti che si servono di uno studio, come legali e commercialisti, giusto per citare due categorie, si affidano al plexiglass per dare massima visibilità al proprio logo o nome all’esterno, e all’interno, dei loro uffici. È molto comodo realizzare una stampa su questo materiale, che può essere ordinata in rete a prezzi piuttosto modici. Rispetto a ferro o ottone, spesso scelti come base per un’insegna o una targa, il plexiglass garantisce maggiore versatilità e totale personalizzazione. Si può infatti comodamente decidere per qualsiasi formato, dimensione e colore. Generalmente si opta per un pannello trasparente ma anche l’opalino bianco conta numerosi estimatori.

Decidere per un fondo non trasparente consente di sfruttare al meglio la quadricromia, poiché i colori risultano più intensi e spariscono tutte le eventuali discussioni su coperture e trasparenze degli inchiostri. I pannelli realizzati su sfondo bianco o opaco appariranno brillanti e sarà possibile donare loro un affascinante effetto tridimensionale. Ciò significa che il loro impatto visivo sarà davvero notevole.

Dal riciclo del plexiglass, le scarpe: una nuova tendenza

Negli ultimi anni, calzature e stivaletti in plexiglass stanno riscuotendo grande popolarità. Kanye West, nella sua collaborazione con Adidas, ha realizzato alcuni modelli di Yeezy, le scarpe che firma, completamente in polimero riciclato. Dal momento che l’ex moglie del rapper, Kim Kardashian, era solita indossarle, i modelli realizzati con materiale di riuso sono presto diventati dei must have. Dato questo successo, anche stilisti di primo piano come Michael Kors, Alberta Ferretti, Gucci e Valentino hanno optato per il plexiglass riciclato, impiegandolo negli inserti delle loro calzature.

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Mattia Mezzetti

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