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Transizione ecologica delle imprese italiane: 300 milioni in arrivo

ministero delle imprese e del made in Italy
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Il Ministero delle imprese e del made in Italy ha stanziato 300 milioni di euro per sostenere gli investimenti delle imprese italiane che guardano alla transizione ecologica. Quali sono i requisiti delle imprese e la tipologia di spese finanziate.  

Sostenere gli investimenti delle imprese verso la transizione ecologica. È questo l’obiettivo con cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMT) ha deciso di stanziare 300 milioni di euro sul Fondo per il sostegno alla transizione industriale.

Grazie a questa misura, tutte le imprese di qualsiasi dimensione che operano sul territorio nazionale, in particolare nei settori estrattivo e manifatturiero, potranno chiedere agevolazioni in forma di contributo a fondo perduto per programmi di investimento che perseguono:

  • efficientamento energetico;
  • cambiamento del processo produttivo;
  • installazione di impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno e impianti di cogenerazione ad alto rendimento;
  • riduzione dell’utilizzo delle risorse tramite riuso, riciclo o recupero di materie prime o uso di materie prime riciclate.

Lo stanziamento realizzato dal Ministero delle Imprese rientra nell’ambito del “Quadro temporaneo” con cui la Commissione europea, in seguito all’aggressione russa all’Ucraina, ha stabilito misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia, secondo quanto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea C 101/03 del 17 marzo 2023, con successive modifiche e integrazioni.

Transizione ecologica: quali sono i requisiti delle imprese per accedere ai sostegni?

Per poter accedere al Fondo per il sostegno alla transizione industriale, le imprese alla data di presentazione della domanda devono:

  • essere regolarmente costituite, iscritte e attive nel registro delle imprese;
  • operare in via prevalente nei settori estrattivo e manifatturiero (sezioni B e C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007);
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019;
  • non rientrare tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti classificati illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
  • aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero;
  • essere in regola con le disposizioni vigenti in materia obblighi contributivi;
  • non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 21 ottobre 2022.

Il 50% delle risorse annualmente destinate al Fondo è riservata alle imprese energivore (ovvero quelle inserite nell’elenco tenuto dalla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali – CSEA).

Fondo per la transizione industriale: quali sono gli investimenti finanziati  

I programmi di investimento devono essere destinati a un miglioramento in termini di tutela ambientale dei processi aziendali. Non sono, invece, ammessi interventi che determinano un aumento della capacità produttiva, fatti salvi gli aumenti derivanti da esigenze tecniche, qualora non superiori al 2% rispetto alla situazione precedente l’intervento.

In particolare, i programmi dovranno garantire:

  • maggiore efficienza energetica nell’esecuzione dell’attività d’impresa o un cambiamento fondamentale del processo produttivo oggetto di intervento. Spese accessorie connesse all’installazione di impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno e impianti di cogenerazione ad alto rendimento sono ammissibili nel limite del 40%;
  • uso efficiente delle risorse, anche tramite riuso, riciclo, recupero di materie prime o uso di materie prime riciclate; oppure attraverso un cambiamento fondamentale del processo produttivo oggetto di intervento.

Sono inoltre ammissibili spese strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento che riguardino:

  • acquisto di suolo e costruzione di relative sistemazioni;
  • opere murarie e assimilate (solo se funzionali agli obiettivi ambientali);
  • impianti e attrezzature varie di nuova fabbricazione;
  • programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate;
  • formazione del personale.

Le spese complessive ammissibili dovranno avere un importo compreso tra 3 e 20 milioni di euro.

La domanda per le agevolazioni potrà essere inviata dal 10 ottobre al 12 dicembre 2023 allo sportello online Invitalia. Si prevede una procedura valutativa a graduatoria, sulla base di punteggi attribuiti ai singoli programmi di investimento in diversi ambiti ambientali.

Una boccata d’ossigeno, si spera, per accompagnare la decarbonizzazione del nostro Made in Italy, lungo un percorso ormai ineluttabile.

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